Ripartire sì, ma come? L’impressione, nonostante gli spot e le mosse del governo, è quella di navigare troppo a vista. «La verità è che servirebbe un’energia diversa, una marcia in più per un settore che muove milioni», afferma Luca Patanè, presidente di Confturismo e numero uno del Gruppo Uvet (che ha appena visto la fuoriuscita di Andrea Gilardi alla guida della divisone della rete di agenzie, ndr) , durante l’appuntamento “Restarting Mice” organizzato con i big player del settore dei meeting e congressi.
Da lì arriva la sua proposta. «Bisognerebbe mettere in piedi una campagna di comunicazione e promozione importante per far tornare i turisti stranieri in Italia e, soprattutto, cominciare ad agire fin da subito sulla defiscalizzazione per le imprese che si occupano di turismo ed eventi – spiega l’imprenditore – Una semplice equazione: se organizzi un evento qui, ti riduciamo l’Iva. Sarebbe un modo per rendere maggiormente competitivo il nostro Paese rispetto ai competitor. Anche la comunicazione rappresenta un tassello importante. Abbiamo bisogno che il brand Italia arrivi all’estero, di far sapere al mondo che è possibile prenotare qui, per questo servirebbe una campagna di alto profilo, che promuova in primo luogo le città d’arte, fortemente penalizzate durante la pandemia».
Attirare i turisti, aiutare le imprese, ma anche iniziare a considerare come cambierà il settore. «Il sistema deve essere irrobustito con delle concentrazioni. È inevitabile. Ci saranno fusioni, acquisizioni, cambi generazionali – afferma Patanè – Il tema della riconversione dei lavoratori è uno di quelli più scottanti. Ci saranno di sicuro tante uscite, il personale dovrà essere riconvertito, cambieranno le professionalità e si punterà sull’outsourcing».
Nel clima di incertezza, la sfida sarà riuscire a riportare nelle nostre mete turistiche i viaggiatori internazionali. «Vogliamo l’accesso ai dati. Le informazioni non possono restare patrimonio delle Regioni o delle istituzioni. Vogliamo maggiori canali commerciali. L’offerta c’è, bisogna intercettare la domanda. E servono certezze. Il battibecco con l’Ue sul caso Alitalia ci ha stancato. All’industria servono risposte», conclude il presidente di Confturismo.