La strategia Airbnb: focus su long stay e nomadi digitali
“Riscopri l’Italia. Cambia quadro. Scopri alloggi nelle vicinanze tutti da vivere, per lavoro o svago”. Se vai sul sito web di Airbnb, sulla homepage trovi questa scritta. E ti catapulti, praticamente, in un concetto di turismo e spostamenti di prossimità che la piattaforma digitale aperta nel 2007 da Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk ha plasmato sulla sua offerta, puntando sì sullo svago ma anche, e soprattutto, sugli smart worker.
Airbnb li chiama nomadi digitali, e con lo scoppio della pandemia si può dire che questo target è assolutamente cresciuto. Cosa cercano? In sostanza soggiorni lunghi in un luogo diverso da casa propria, per vivere e lavorare ma “cambiando quadro”.
«Storicamente, pensiamo ai nomadi digitali come a qualcosa di molto millenario – afferma Clara Liang, vice president and general manager di Airbnb – Ma ora si tratta di un concetto che è passato dall’essere un caso d’uso unico ed emergente a qualcosa che coppie, gruppi di amici o famiglie possono affrontare insieme».
Secondo un recente sondaggio, si legge su phocuswire.com, il 74% degli americani che già lavora da remoto prenderebbe in considerazione l’idea di prendere un “posto di lavoro” per un lungo periodo di tempo dove vive e lavora ma diverso dalla propria casa. E quasi la metà degli smart worker negli Stati Uniti afferma di aver già utilizzato Airbnb per trovare una destinazione di lavoro remota.
Inoltre, Airbnb afferma che più di sei milioni di annunci attivi sulla piattaforma accettano soggiorni mensili e più della metà di questi offre sconti per viaggi prolungati. E sebbene l’azienda non abbia fornito numeri specifici, afferma che le prenotazioni degli ospiti per long stay sono “aumentate in modo significativo” negli ultimi mesi.
«È davvero l’inizio di un modo di vivere in evoluzione – commenta Liang – Alcune persone alla fine finiscono per stabilirsi in una nuova città. Altre torneranno a casa e altre ancora manterranno questo stile di vita da nomade digitale».
Il trend, quindi, è questo. «Abbiamo aggiornato la nostra homepage e vogliamo semplificare la ricerca e aiutando anche gli host a comprendere le nuove esigenze», sicuramente amplificate con la pandemia.