La tempesta (im)perfetta degli affitti brevi

La tempesta (im)perfetta degli affitti brevi
19 Luglio 07:00 2024 Stampa questo articolo

VOICE OF LEADER di Mirko Lalli – Il turismo sta rivoluzionando le nostre città, e non sempre in meglio. Il fenomeno degli affitti brevi, amplificato dalla diffusione di piattaforme come Airbnb, sta ridisegnando il panorama urbano di molte città turistiche. Il cosiddetto overtourism o “iperturismo” è una condizione che sta stravolgendo il tessuto urbano di numerose destinazioni, mettendo a rischio la qualità della vita dei residenti e l’integrità dell’ambiente cittadino.

Le piattaforme digitali, oltre a permettere una distribuzione più efficace dell’offerta, hanno reso accessibile a chiunque la possibilità di affittare il proprio immobile a turisti, garantendo guadagni superiori rispetto agli affitti tradizionali. Tuttavia, questo fenomeno ha generato una serie di conseguenze impreviste per le città.

Città come Barcellona e Venezia sono al centro di questa tempesta perfetta. La capitale catalana ha dichiarato guerra agli affitti brevi, con una mossa audace che dal 2029 bloccherà il rinnovo delle licenze. Venezia, gioiello lagunare, rischia di trasformarsi in un parco a tema, con la sua popolazione residente in caduta libera sotto i 50.000 abitanti. Questi non sono casi isolati, ma la punta dell’iceberg di un fenomeno globale. New York ad esempio, con la Local Law 18, ha proprio vietato gli affitti brevi da settembre 2023, permettendo solo casi particolari (ad esempio che è obbligatorio vivere nell’abitazione che viene affittata ed essere presenti durante il soggiorno degli ospiti, che non potranno essere più di due).

Effettivamente gli impatti sul tessuto cittadino sono importanti:

1. La casa, un lusso per pochi: l’esplosione degli affitti brevi sta espellendo i residenti dai centri urbani. Roma e Firenze sono testimoni di una battaglia impari tra chi cerca casa e chi offre soggiorni di lusso ai turisti.

2. Centri storici? Musei a cielo aperto: i cuori pulsanti delle nostre città si stanno trasformando in vetrine vuote, prive dell’autenticità che li ha resi celebri. La vera vita cittadina è ormai confinata nelle periferie?

3. L’ambiente urbano sotto assedio: l’orda turistica lascia spesso dietro di sé una scia di degrado. Infrastrutture sovraccariche, inquinamento alle stelle e una qualità della vita in picchiata per chi chiama “casa” queste zone della città.

4. Il commercio locale, una specie in via d’estinzione: le botteghe storiche stanno scomparendo, sostituite da catene di fast food e negozi di souvenir. La diversità commerciale, l’artigianato e i prodotti locali, linfa vitale delle comunità, stanno scomparendo.

Di fronte a questi impatti, molte città stanno adottando misure per regolamentare il settore degli affitti brevi.

Limiti temporali: alcune città hanno imposto un limite massimo di giorni all’anno in cui un appartamento può essere affittato ai turisti. Ad esempio, Amsterdam ha fissato un limite di 30 giorni annui.

Sistemi di licenze: molte amministrazioni hanno introdotto sistemi di licenze per gli affitti brevi, limitando il numero totale di permessi disponibili e imponendo requisiti stringenti per ottenerli.

Zonizzazione: alcune città stanno sperimentando politiche di zonizzazione, limitando gli affitti brevi in determinate aree per preservare il carattere residenziale di alcuni quartieri.

Collaborazione con le piattaforme: città come Parigi hanno stretto accordi con piattaforme come Airbnb per il monitoraggio e la regolamentazione degli annunci, inclusa la rimozione automatica di quelli non conformi alle normative locali.

Incentivi per affitti a lungo termine: alcune amministrazioni stanno introducendo incentivi fiscali per i proprietari che scelgono di affittare a residenti anziché a turisti.

Un nuovo paradigma turistico: è ora di educare i visitatori al rispetto della città. Implementiamo strategie di educazione e comunicazione (o anche tasse di soggiorno mirate) e creiamo esperienze che uniscano turisti e residenti.

La regolamentazione degli affitti brevi rappresenta una sfida complessa che richiede un equilibrio tra interessi diversi: il diritto alla casa dei residenti, le opportunità economiche per i proprietari e l’attrattività turistica delle città.

Le soluzioni future dovranno probabilmente includere un approccio più granulare alla regolamentazione, che tenga conto delle specificità di ogni quartiere e sarà fondamentale l’adozione di tecnologie avanzate (data driven) per il monitoraggio delle dinamiche della destinazione.

Auspicando una maggiore collaborazione tra città a livello internazionale per condividere best practice e strategie efficaci, il futuro degli affitti brevi nelle città dipenderà dalla capacità delle amministrazioni di innovare nelle politiche urbane, bilanciando le esigenze di residenti, proprietari e turisti. Solo attraverso un approccio olistico e adattativo sarà possibile trasformare questa sfida in un’opportunità per uno sviluppo urbano più sostenibile e inclusivo.

L'Autore

Mirko Lalli
Mirko Lalli

Mirko Lalli si occupa da sempre di innovazione, tecnologia, comunicazione e marketing. È il fondatore e il ceo di The Data Appeal Company SpA (ex Travel Appeal), acquisita nel 2022 da Almawave SpA, società quotata sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana e parte del gruppo Almaviva. L’obiettivo della società è quello di semplificare l’uso e la comprensione dei dati, per aiutare aziende e istituzioni a prendere decisioni efficaci e consapevoli e accelerare il progresso verso un mondo più sostenibile e inclusivo.

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