La travel app Hopper punta a quotarsi in Borsa

La travel app Hopper punta a quotarsi in Borsa
23 Gennaio 11:06 2025 Stampa questo articolo

Hopper Inc. guarda al futuro e punta a quotarsi in Borsa. La piattaforma di prenotazione viaggi, una delle maggiori società tecnologiche canadesi, potrebbe valere fino a 10 miliardi di dollari. L’app creata a Montréal, nel 2007, da Frederic Lalonde e Joost Ouwerkerk, all’epoca manager di Expedia Group, fornisce anche un servizio di previsione dei prezzi di hotel, voli e noleggio auto analizzando miliardi di dati e permette ai clienti di bloccare i prezzi, pagando una commissione.

Hopper è una delle app di viaggi più scaricate in Nordamerica ed è popolare soprattutto tra i ragazzi più giovani. Hopper offre anche un servizio B2B che usa i dati e l’intelligenza artificiale per migliorare i portali di prenotazione viaggi per società come Capital One Financial Corp.

In molti vedono in Hopper una storia di successo simile a quella di un’altra società tech canadese: Shopify, quotata in Borsa nel 2015 con una valutazione di 1,3 miliardi di dollari statunitensi e con una capitalizzazione attuale di circa 130 miliardi di dollari. Secondo l’avvocato Shahir Guindi, da tempo consigliere dell’amministratore delegato Frederic Lalonde, Hopper «è già» la prossima Shopify, «solo che non è quotata», si legge sul sito di Bloomberg. Nel 2021, è stata la app a maggior crescita del mercato Ota, con un aumento degli utenti attivi del 494%, superando anche Airbnb in termini di quota di mercato per utenti attivi mensili.

Hopper ha circa 650 dipendenti, che lavorano da remoto da tutto il mondo. Gli algoritmi della società, frutto di anni di dati di viaggio, sono «diventati un enorme vantaggio competitivo», ha detto Lalonde, in un’intervista a Bloomberg. Durante la crisi provocata dal Covid-19 («fu un casino totale», ha ricordato il cinquantunenne), la società si è impegnata a raccogliere più dati per gestire meglio i rischi e sviluppare nuovi prodotti come l’assicurazione di viaggio che protegge dalla «cancellazione per qualsiasi motivo», offerta attraverso siti come quello di Air Canada. Ha poi creato Hopper Technology Solutions, un B2B che contra tra i clienti, oltre alla citata Capital One, anche Sumitomo Mitsui Card Co.

Hopper genera ricavi grazie alle commissioni sulle prenotazioni e con i servizi offerti, come il blocca prezzi, ma ora soprattutto grazie ai rapporti con le aziende. Il servizio B2B ha attirato l’attenzione di Patrick Pichette – ex chief financial officer di Google – ora partner della società di venture capital canadese Inovia Capital. Pichette ha detto di vedere del potenziale in Hopper, in cui Inovia ha investito nel 2020. Finora, Hopper ha raccolto oltre 740 milioni di dollari da investitori come Goldman Sachs Group, Brookfield Asset Management, Citigroup e la Caisse de Depot et Placement du Quebec.

Una quotazione in Borsa, che Lalonde si augura di fare al Toronto Stock Exchange e anche al Nasdaq, potrebbe valutare Hopper tra i 5 e i 10 miliardi di dollari, ha detto l’amministratore delegato. Una quotazione, però, sottostà a due condizioni: oltre un miliardo di dollari di ricavi Ttm – o almeno in corsa per riuscire a ottenerli entro 18 mesi – e cominciare a registrare profitti. Altrimenti, sarebbe «da matti», ha detto. Non ha però aggiunto quanto manca a Hopper per raggiungere questi obiettivi. «Credo che la gente quoti le aziende troppo presto. Non capisce la psicologia degli investitori», ha aggiunto. Expedia e Booking Holdings, le due maggiori società nel settore Ota, sono avvertite.

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