La trinità dei cieli europei

La trinità dei cieli europei
12 Settembre 09:49 2024 Stampa questo articolo

Partita a tre. Per gli analisti è fin troppo chiaro che nei futuri cieli europei, con le ultime operazioni di partnership e acquisizioni ormai finalizzate o in via di definizione, sarà la triade LufthansaAir FranceIag a fare la voce grossa.

Primeggia Lufthansa, fortemente impegnata a rafforzare e completare la sua rete di vettori affiliati o acquisiti con Swiss, Austrian, Ita Airways, Brussels, Eurowings, Air Dolomiti e presto anche Tap Air Portugal e airBaltic (trattative avviate in questi giorni).

Il secondo maggiore player è Air France-Klm, già a buon punto con l’operazione che intende finalizzare con Sas.

Infine il Gruppo Iag con British Airways e Iberia (e le controllate Vueling e Aer Lingus), che ha però dovuto rinunciare a completare l’operazione con Air Europa con una mossa che avrebbe permesso  un forte presidio sui profittevoli mercati dell’America Latina.

A bocce ferme, il vettore in pole position risulterebbe il Gruppo Lufthansa, sia per numero di aerolinee alleate che per potenzialità di crescita. I suoi ricavi annuali, nel 2023, hanno superato i 35 miliardi di euro, ma la partita è davvero tutta da giocare perché il reale terreno di sfida non è tanto l’Europa, quanto tutti i principali mercati che appartengono all’ambito dei collegamenti di lungo raggio, quindi le Americhe e l’Asia-Pacifico. Una sfida con due enormi incognite costituite da un lato dai colossi aerei statunitensi come Delta, American e United, dall’altra dalle cinque grandi compagnie cinesi, che dopo la lunga pausa della pandemia sono tornate a solcare i cieli europei e i principali mercati occidentali con una strategia di espansione dagli imprevedibili sviluppi.

Difficile dire a oggi chi potrà vantare primati o comunque incrementi di quote-mercato da qui ai prossimi 10 anni, anche perché per le grandi compagnie aeree europee di linea c’è l’altra grande incognita costituita dalle low cost, Ryanair a Wizz Air, che hanno già anticipato piani di sviluppo molto ambiziosi.

Su tutto, infine, incombe lo spauracchio del fenomeno overcrowding negli aeroporti. Il sovraffollamento degli scali più ambiti, l’impossibilità di garantire nuove fasce orarie per i voli, semplicemente perché non ci sono più spazi temporali a disposizione, rende davvero dura la competizione. Aeroporti come Schiphol ad Amsterdam e Heathrow a Londra hanno già palesato difficoltà nel gestire eventuali sovraccarichi di passeggeri e diventano sempre più concrete le teorie di una diversificazione logistica, con utilizzo di scali minori come alternativa valida per supportare la crescita del traffico aereo.

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Andrea Lovelock
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