Il super green pass alla francese potrebbe essere richiesto in Italia anche per accedere a mezzi di trasporto a lunga percorrenza, come aerei o treni. È una delle ipotesi al vaglio del governo che sarà valutata nella cabina di regia di lunedì o martedì prossimi.
Nella stessa riunione dovrebbe essere considerata la possibilità di rilascio del certificato verde a vaccinazione completata, non più dopo la prima dose, in linea con l’Unione europea.
Questa misura che, di fatto, eviterebbe il ricorso ad azioni più restrittive per contenere la variante Delta – nel contempo incoraggiando gli scettici a vaccinarsi – divide la maggioranza con Pd e in parte Italia Viva favorevoli; Lega e Fratelli d’Italia in opposizione su tutta la linea; Forza Italia in posizione intermedia; M5S contrario alla sua applicazione in bar e ristoranti.
“Ci sono luoghi con grandi afflussi di persone dagli stadi ai concerti fino alle discoteche, che devono aprire e per queste attività riteniamo certamente utile l’utilizzo del green pass – si legge in un post del movimento – Diverso il discorso per attività come bar o ristoranti: in questo momento introdurre il pass per accedervi significherebbe solo limitare una ripresa così faticosa, dopo mesi di sacrifici”.
L’idea è che il green pass serva per spettacoli, cinema, concerti, ma anche per palestre e piscine e in generale per tutte le concentrazioni di persone al chiuso e all’aperto. Per le discoteche, che ancora attendono dall’esecutivo una data per la riapertura, forse si introdurrà un Qr code, fa sapere l’Ansa.
Nel frattempo, l’avanzata della variante Delta in Europa con i casi di italiani (per lo più giovani e non vaccinati) bloccati a Dubai, in Grecia e a Malta, ha indotto la Farnesina ad avvertire i cittadini in partenza dei disagi in cui potrebbero incorrere oltreconfine. “Da gennaio 2020, perdura in tutto il mondo l’emergenza sanitaria causata da Covid-19 – ricorda il ministero degli Esteri guidato da Luigi Di Maio – Pertanto, ogni spostamento all’estero può costituire un rischio, e i viaggiatori che si sottopongo a un tampone per rientrare devono prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo”. Gli italiani in vacanza, avvisa la Farnesina, dovranno mettere in conto il rischio di un prolungamento della permanenza fuori dall’Italia per un’eventuale quarantena.
Da un altro ministero, quello della Salute, arriva per bocca del consigliere Walter Ricciardi la raccomandazione al capo del dicastero Roberto Speranza di bloccare i voli dalla Gran Bretagna. Dal 19 luglio, il Paese guidato da Boris Johnson rimuoverà ogni restrizione «spalancando le porte al virus» con i contagi che «da 50.000 passeranno a 100.000, 150.000» e gli «scienziati che chiederanno al governo britannico di tornare indietro». «Arrivano ogni giorno voli da Londra, ma la Gran Bretagna va stoppata. Nei mesi scorsi hanno fatto entrare la variante indiana in Europa proprio tenendo aperti i voli con l’India per due settimane», sottolinea l’esperto a In Onda su La7.
Una situazione, quella vissuta in queste ore, che nonostante non sembri intaccare la voglia di viaggiare degli italiani, porta inevitabilmente nuova sofferenza alla nostra acciaccata industria turistica. E mentre le associazioni già si preparano a battagliare per nuovi indennizzi, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia non sembra palesare grande preoccupazione. E c’è già chi rimpiange colui che si pensava nessuno avrebbe mai rimpianto: l’ex ministro del travel Dario Franceschini.