La via della seta è in Calabria: viaggio nell’altro Sud
Campi di girasoli, piccoli bachi da seta che regalano stole morbidissime, un parco della biodiversità in pieno centro con opere di arte contemporanea disseminate tra i cespugli ed ancora vigneti che guardano il mar Ionio e un monastero del XV secolo che calma l’anima.
Sorprese. Gioie pure di una Calabria che non ti aspetti eppure così viva ed attiva. Scopriamo queste bellezze grazie all’educational tour organizzato da UndiscoveredItaly Tours, il format ideato e realizzato per il quarto anno da Daniela Corti Events, con il patrocinio dell’Enit, ,in partnership con la Camera di Commercio di Catanzaro e il sostegno del Comune e proloco di Tiriolo e dell’associazione 3T e la collaborazione dell’agenzia di viaggi Antoior Travel.
Il tour di quattro giorni alla scoperta della provincia di Catanzaro attraversa paesini di montagna, borghi e eccellenze della zona. Prima tappa a San Floro, cittadina che domina la Valle del Corace. Proprio qui si trova Mulinum, un’azienda agricola dove il pane, pizza e pasta vengono realizzati con i grani antichi di cento anni fa. A mettere su questo luogo ci ha pensato il giovane Stefano Caccavari che nel 2016 ha lanciato sui social un progetto di crowfunding per salvare l’ultimo mulino a pietra della Calabria. In 90 giorni è riuscito a raccogliere fondi e soci e oggi la startup agricola coltiva numerosi terreni lasciati per anni incolti, sforna pizze buonissime e pane con sei grani diversi, tra cui il “Brunetto” riconosciuto il migliore pane a grano duro d’Italia. «Oltre il ristorante, ospitiamo anche eventi – racconta Stefano – E abbiamo creato un campo di girasoli, dove organizziamo set fotografici e feste». La sua idea è piaciuta tanto da fare scuola. A breve altri due Mulinum apriranno infatti i battenti a Buonconvento, in Toscana, nel cuore della Val d’Orcia e a Mesagne in Puglia.
San Floro ospita anche un piccolo museo della seta, allestito nel Castello Caracciolo, che custodisce costumi d’epoca, paramenti sacri damascati, ma anche un sezione dedicata al gelso, al baco da seta e alle fibre naturali. Nel 1700 Catanzaro era una delle capitali europee della seta e per recuperare l’antica tradizione un gruppo di tre giovani ha fondato la cooperativa “Nido di Seta” .Nella loro fattoria didattica è possibile osservare i piccoli bachi all’opera, aggrappati alle piante di gelso. Ogni bozzolo può contenere fino a due chilometri del prezioso filo. Una esperienza fuori dal comune, come una novella Penelope.
A pochi chilometri di distanza c’è il capoluogo, Catanzaro. La città poggiata su tre colli, ospita in quello che una volta era un carcere, il Complesso monumentale del San Giovanni, la mostra “Bibbia” con le opere di Marc Chagall ( aperta fino al 29 agosto). Il percorso è una full immersion tra 170 opere che raccontano personaggi e scene bibliche, reinterpretate dall’artista russo. Nel centro storico ci si infila nei vicoli dove una volta si lavoravano i filati, ci si imbatte nella chiesetta del Sant’Omobono, che si narra fosse sede di un bandito, fino ad arrivare al teatro Politeama, dove i cinque palchi sono decorati con mille stelle. A Catanzaro si trova anche un luogo speciale: il Parco della Biodiversità Mediterranea. L’area di 13 ettari è il polmone verde della città e ospita aree giochi per bambini, alcuni musei, e un giardino botanico dove ci si imbatte in opere di arte contemporanea di maestri come Michelangelo Pistoletto, Marc Quinn, Mimmo Paladino e Daniel Buren. Tra i cespugli svetta anche “l’uomo che misura le nuovole” di Jan Fabre.
Per scorgere i “due mari” ovvero lo Ionio e il Tirreno, separati qui da una lingua di terra di soli trenta chilometri bisogna arrivare a Tiriolo, un borgo con case arroccate ai piedi del castello Sant’Angelo. Nel museo archeologico si scoprono usi e costumi dei bretti, l’antico popolo della Calabria che occupava l’altopiano silano, e il vicino museo delle costume regionale accoglie 35 abiti tipici della tradizione fatti di stoffe colorate, pizzi e ricami tirati fuori da vecchie cassapanche o confezionati dalle artigiane tiriolesi. Tra queste c’è Mirella Leone che nel suo laboratorio in paese tesse ancora oggi il vancale (lo scialle) di seta come si faceva una volta. Vederla all’opera mentre ondeggia sul telaio di legno è poesia.
Andando verso la costa c’è anche il bellissimo borgo di Soverato, che oltre al mare cristallino, conserva anche la “Pietà” di Antonello Gagini custodita nella chiesa di Maria Santissima Addolorata. L’opera risale al 1521, è in in marmo bianco di Carrara e nel volto della Madonna si vede il segno di un profondo e umanissimo dolore, molto lontano dal modello della Pietà di Michelangelo. L’area offre anche numerosi vigneti, da cui si ricava il Doc Lamezia e l’Igt Calabria. Da quattro generazioni la famiglia Lento ospita spazi per nozze, eventi e convegni e produce ed esporta vino tra cui il magliocco in purezza, una varietà locale che però per lungo tempo i contadini preferirono abbandonare perché aveva bisogno di una maturazione tardiva e dava poca resa. «Per noi oggi è il fiore all’occhiello – precisa Daniela Lento, che si occupa della produzione – È un vino serio e austero, sul quale abbiamo investito tanto». Una fatica che paga, considerato che i vini Lento sono arrivati fino alla tavola del Papa.
Sulle colline del mare Ionio si trova anche un monastero del XV secolo che, grazie alle cure e all’attenzione della famiglia Corapi, si è salvato dal degrado. Oggi il Borgo del Convento di Petrizzi è un elegante agriturismo con 16 stanze con brocche e pavimenti in legno, arredate in maniera deliziosa e dove la colazione viene servita nel bellissimo chiostro. Accanto c’è anche un’enorme chiesa senza tetto che guarda verso il mare ed intorno uliveti e arbusti. «Il territorio di Catanzaro può a buon diritto essere definito uno dei più ricchi al mondo quanto a opportunità per il turismo e retaggio culturale – spiega Daniela Corti, ideatrice del format – Inoltre offre una quantità professionisti qualificati. Un ringraziamento particolare da parte mia va alla Camera di Commercio di Catanzaro e al presidente Daniele Rossi, per il suo prodigarsi a favore dell’incoming in Calabria, che sta dando tanti frutti».Una parte dell’Italia da scoprire.