Laboratorio Ocean Cay, lezione green da Msc
C’è un posto nel mondo in cui la barriera corallina sta rinascendo. Siamo oltreoceano, alle Bahamas, e precisamente a Ocean Cay Marine Reserve, l’isola privata di Msc Crociere. È una storia in controtendenza con quanto sta accadendo nelle altre aree del globo, dove complessivamente la copertura globale dei coralli si è dimezzata dagli anni ‘50 a oggi, a causa di riscaldamento globale, pesca, inquinamento.
È una scommessa, una sfida iniziata alcuni anni fa. Ed è anche la storia di più di tre anni di turismo. L’isola delle Bahamas, 20 miglia a sud di Bimini e 65 a est di Miami, è un ex sito industriale di estrazione di sabbia per costruzioni divenuto meta esclusiva per i crocieristi Msc. Al momento della dismissione, nel 2015, il sito era stato abbandonato.
Ottenuta la concessione, Msc ha dato il via alla bonifica di quella che è poi diventata Ocean Cay, e al recupero della biodiversità; a terra sono stati via via piantati gli alberi, circa 2.300, e la compagnia ha intrapreso la ricostruzione dell’ecosistema marino e dell’habitat dei coralli. L’isola è stata inaugurata a fine 2019 e da allora è tappa fissa delle crociere Msc ai Caraibi.
Oggi, nel 2023, sostenibilità a Ocean Cay significa 3 chilometri di spiaggia bianca, palme a perdita d’occhio, acque cristalline, barriera corallina e fauna marina preservata. La si raggiunge imbarcandosi per le numerose crociere in partenza dall’homeport di Miami, in Florida, o da Port Canaveral. E da aprile anche da New York, nei nuovi itinerari che puntano al Mar dei Caraibi.
Le navi attraccano sull’isola, consentendo agli ospiti di salire e scendere per l’intera giornata e la sera, con l’opportunità di scoprire l’oceano, nuotando in acque calde e poco profonde, facendo snorkeling, immersioni e gite in barca nei vicini isolotti. E non c’è solo il recupero dell’ambiente naturale: a Ocean Cay ogni dettaglio o servizio è stato progettato nel totale rispetto dei principi ecologici: strutture, escursioni, attività di intrattenimento.
Questa filosofia influenza anche gli sport acquatici: sull’isola gli ospiti non trovano i soliti sport d’acqua a motore, ma attività in sintonia con la natura come il sup (stand up paddle) e il kayak. Inoltre, chi vuole osservare da vicino flora e fauna marina, può prenotare “snorkeling & fuga sull’isola nascosta”: un’escursione di un’ora e mezzo nell’isolotto vicino a Ocean Cay per fare snorkeling in autonomia o seguire una guida esperta alla scoperta delle coloratissime specie marine della zona. E ancora, c’è il corso Discover Scuba Diving per vere e proprie immersioni seguiti da un istruttore.
Contemporaneamente, sono stati predisposti programmi per sensibilizzare i viaggiatori su tematiche delicate come la salvaguardia degli oceani e la protezione, appunto, delle barriere coralline.
E proprio sul tema, la Msc Foundation ha avviato il progetto delle nursery coralline sul lato orientale dell’isola in grado di riprodurre una fonte locale di coralli ricollocabile nello spazio attorno all’isola. Il programma si chiama Super Coral e si basa sulla consapevolezza che le barriere coralline sono tra gli ecosistemi più diversi del mondo. Sede di almeno un quarto di tutta la vita marina, forniscono cibo e fungono da risorsa economica per mezzo miliardo di persone, proteggendo le comunità costiere da tempeste ed erosione.
In questi giorni, la fondazione ha annunciato– durante la Monaco Ocean Week che riunisce esperti e leader della conservazione marina – la nuova partnership con l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) per la conservazione e il ripristino delle barriere coralline.
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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