by Redazione | 14 Ottobre 2020 7:00
C’è chi sceglie la via del coworking e chi, invece, decide di abbassare la serranda e passa dall’ufficio fisico all’online, magari fissando appuntamenti selezionati a domicilio o dando appuntamento ai propri clienti in videocall. Le agenzie di viaggi, oggi ancora un po’ spiazzate e costrette a far fronte a una crisi senza precedenti, sono chiamate alla resistenza, ancora. E provano a cambiare pelle, a plasmarsi per quella che sarà una nuova era: il post pandemia.
Un chiaro esempio arriva da Jambo Group con il lancio del suo Travel Agents Coworking. Si tratta di un ambizioso progetto che prevede la firma di un contratto di procacciatore d’affari con commissioni dedicate, dando la possibilità alle adv partner di usufruire del primo piano della sede del Gruppo a Roma trasformato ora in Office Coworking e consentendo loro di utilizzare una postazione nel pieno rispetto della sicurezza e tenendo ben presente le regole del distanziamento sociale. Per tutti è incluso in una sorta di “pacchetto” il computer con cui lavorare, l’accesso alla rete wifi e alla linea telefonica.
È figlio della crisi anche il nuovo travel team Maestri di Viaggio, i cui membri vogliono “restituirsi reciprocamente la speranza di risorgere”, comportandosi da vera squadra. Anche qui la parolina magica è coworking. Di fatto, la rete è composta da agenti di viaggi aventi regolare autorizzazione; consulenti autonomi con o senza partita Iva; piccoli tour operator con offerta propria e specialisti di prodotto. I vantaggi? La creazione di un’economia circolare, dove offerta e domanda si incontrano e mantengono il movimento della liquidità all’interno del gruppo. O anche l’accesso a una lista di agenzie o sedi che condividono i propri spazi e quindi permettono l’abbattimento anche totale dei costi di gestione. La piattaforma Maestri di Viaggio, attualmente in fase di sviluppo, permetterà viaggi etici, esperienziali ed ecosostenibili.
In tutto questo, però, c’è anche chi abbassa la serranda e migra in rete. Si tratta di un’opzione già testata da diverse agenzie che da sette mesi e più si trovano con fatturati risicatissimi (talvolta anche a zero) e devono comunque far fronte a spese correnti, primi fra tutte gli affitti dei locali dove operano. Ecco allora un altro escamotage per la tanto agognata sopravvivenza: aprire un sito web e trasferire il proprio lavoro e i propri contatti online. Il dialogo con la clientela avverrebbe così per telefono e per email e, laddove necessario, si potrebbero organizzare incontri a domicilio. Per Paola L., titolare di un’agenzia di Roma, l’alternativa è questa: «Ho cercato di resistere durante il lockdown, ma con i magri guadagni della stagione estiva, che si è ridotta a cinque settimane di lavoro, ho deciso di chiudere l’ufficio e trasferirmi sul web, con un risparmio del 60-65% delle spese».
E la storia dell’agente Paola è simile a quella di tante altre adv che, da nord a sud Italia, hanno già deciso o stanno per prendere questa decisione così radicale. A macchia di leopardo, secondo le stesse associazioni di categoria, ci sono agenzie che, per mantenere la licenza, potrebbero chiudere i propri punti di vendita su strada solo per alcuni mesi, per mantenere precauzionalmente l’autorizzazione e congelando di fatto la decisione sul proprio futuro operativo. In Emilia Romagna, come osserva Massimo Caravita, presidente dell’associazione regionale Fiavet, «probabilmente diverse agenzie di viaggi su strada chiuderanno entro la fine dell’anno il proprio punto di vendita fisico per trasferire la propria attività online, con un’apposita procedura che contempli l’autorizzazione Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), prevista dalle leggi regionali in vigore. Anche se, in certe Regioni, queste non sono, chiaramente, scelte di facile attuazione».
Nel processo di migrazione verso il web, infatti, emergono delle difficoltà legate alle varie legislazioni: nel Lazio e in Lombardia, per citarne due, non è ad esempio possibile l’automatismo del trasferimento di un’agenzia su strada verso l’online: a Roma viene richiesto un apposito certificato di possesso del dominio internet con il quale verrà svolta l’attività di agenzia di viaggi sul web con relativo versamento di una tassa di concessione regionale; mentre a Milano e dintorni è prevista la presentazione di una Scia in formato cartaceo. Una cosa è certa: se una strada per la sopravvivenza c’è, sarà comunque rastrellata di ostacoli.
Giulia Di Camillo – Andrea Lovelock
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