by Giulia Di Camillo | 23 Novembre 2023 14:44
È l’intelligenza artificiale la protagonista assoluta di Bto – Be Travel Onlife 2023, alla Stazione Leopolda di Firenze il 22 e 23 novembre con L’Agenzia di Viaggi Magazine media partner dell’evento e il tema “Sapiens – Humans meet Ai[1]”. Tra i pareri autorevoli espressi nel corso della kermesse hi-tech, si prende gran parte della scena quello del fisico e imprenditore nostrano Federico Faggin che mette subito in chiaro le cose: «L’intelligenza artificiale ci aiuterà, ma non potrà mai superarci».
Ad aprire la due giorni ci ha pensato il ministro del Turismo Daniela Santanchè, che ha dichiarato: «L’Ai sta rivoluzionando anche il settore del turismo[2], aprendo nuove opportunità e sfide. È uno strumento che permette alle aziende di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati in tempo reale, fornendo la possibilità di comprendere meglio i bisogni e le preferenze dei viaggiatori, offrendo di conseguenza esperienze di viaggio personalizzate e altamente targettizzate».
Per il ministro l’intelligenza artificiale, «potrebbe portare a una maggiore automazione di attività come la gestione delle prenotazioni e l’assistenza clienti. Questo richiederà competenze diverse per il personale del settore turistico, per questo abbiamo stanziato un apposito fondo iniziale da 21 milioni per la formazione all’interno delle carriere nel turismo. Ciò implica la necessità di ulteriori e mirati investimenti in infrastrutture tecnologiche e formazione del personale tramite i quali si possa migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti dall’industria turistica italiana. Dobbiamo infine sviluppare un sistema normativo che promuova l’uso responsabile dell’Ai, per proteggere i dati e la privacy degli utenti».
Gli onori di casa li ha fatti poi il direttore di Bto Francesco Tapinassi, le cui dichiarazioni vanno di pari passo con quelle di Santanchè: «La responsabilità di come l’Ai si evolverà è nostra: siamo noi a insegnare all’intelligenza artificiale. Quello che è importante è essere consapevoli degli strumenti a disposizione».
Ed è proprio di consapevolezza che parla Federico Faggin, italiano naturalizzato americano e inventore dei microchip e dei primi touchscreen: «Bisogna capire che l’Ai, devono farlo soprattutto i giovani, va utilizzata con attenzione e per il bene comune, senza abusi – spiega Faggin – Sarà più intelligente di noi?[3] Certo che no, non avrà mai la nostra capacità di capire e la nostra creatività. Noi siamo assolutamente superiori alle macchine, che non saranno mai coscienti e non avranno mai libero arbitrio».
Ciò che ribadisce Faggin è che «l’Ai può certamente andare tanto al di là grazie alla raccolta e gestione dei dati, che comunque gli diamo noi, e ai suoi meccanismi operativi. Ma è uno strumento molto pericoloso che va usato bene. Non dobbiamo lasciarci prendere la mano e usarla essenzialmente per monetizzare».
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