L’alta gamma è sostenibilità: l’equazione di Ducrot
Di certo non si può dire che Enrico Ducrot si sia reinventato paladino del turismo sostenibile. Piuttosto ne è stato pioniere. Da anni, infatti, l’amministratore del t.o. Viaggi dell’Elefante ha declinato quasi tutta la sua ricca ed esclusiva programmazione in chiave ecosostenibile. E con l’Ecoluxury Fair, evento giunto alla sua quarta edizione, è stato allestito un vero e proprio marketplace di viaggi d’alta gamma e al tempo stesso responsabili.
La fiera B2B svoltasi a Roma nella suggestiva cornice di Palazzo Taverna ha visto la partecipazione di oltre 300 addetti ai lavori tra fornitori e operatori, 200 tra espositori e partner con hotel e catene alberghiere, enti del turismo tra cui Visit Malta, compagnie crocieristiche come Silversea, compagnie aeree tra le quali Qatar Airways e centinaia di buyer tra operatori di nicchia e agenti di viaggi.
Numeri di tutto rispetto che hanno molto soddisfatto Ducrot che, spente le luci dell’evento, ha osservato: «Tutta la distribuzione turistica, non solo quindi gli adv, ma anche i fornitori di servizi, ha un desiderio enorme di ricostruire i rapporti, di ripartire. Agganciare un prodotto a singoli clienti o gruppi chiusi. Alla sua quarta edizione, l’Ecoluxury Fair vuole essere un luogo di contrattazioni B2B all’altezza del nostro settore, e quindi un marketplace per l’alta gamma, un contesto che ha origine da Viaggi dell’Elefante, ma che intende coinvolgere altri operatori, condividendo la missione dell’ecosostenibilità. E lo abbiamo organizzato in un luogo evocativo, come Palazzo Taverna. Noi ci meritiamo il meglio, perché è un settore che può appropriarsi di qualcosa di speciale. Un messaggio di ripartenza per tutta la filiera, portando avanti un alta gamma sostenibile: ci sono fornitori che negli anni pre Covid avevano già successo. Imprese anche italiane che in pandemia sono andate molto bene».
Parallelamente alla parte commerciale che, grazie a un software ha consentito un susseguirsi di contrattazioni al ritmo di un incontro ogni 10 minuti, Ecoluxury Fair ha sviluppato anche un forum basato su due temi: il primo relativo allo storytelling, ovvero albergatori dell’ecoluxury che si sono raccontati e hanno illustrato le azioni concrete messe in atto per la ecosostenibilità, e quindi progetti veri, non solo semplici certificazioni. Il secondo tema legato invece al mondo della smart mobility, perché intorno alle stanze d’albergo, ai ristoranti, la fruizione del territorio è fondamentale.
«Quest’anno, ad esempio – prosegue Ducrot – abbiamo ospitato una nave di lusso ibrida, una rompighiaccio, così come abbiamo avuto le nuove offerte di Trenitalia che sta lavorando molto con il mondo della bicicletta per combinare al meglio l’intermodalità sul territorio. Forse per la prima volta, all’alba della stagione post Covid, il mondo del B2B e del B2C sono sinergici: uno scenario dove la consulenza, la professionilità al servizio del cliente e quindi anche la flessibilità, la cura dei dettagli, possono rappresentare la svolta nella distribuzione turistica».
E seguendo il concetto di turismo che oggi significa soprattutto territorialità, innovazione tecnologica e minor consumo di risorse combinato alla cultura, la fiera ideata da Ducrot ha voluto enfatizzare anche il parametro di albergo ecoluxury, che non è più un “venditore di camere” ma ambasciatore di un’esperienza ecosostenibile a cui l’ospite contribuisce attivamente.
Il sistema di valutazione ecoluxury, tra l’altro, è stato elaborato da esperti di turismo sostenibile e si basa sull’adempimento da parte della struttura di una serie di requisiti, in linea con gli standard internazionali previsti dal Gstc e dall’Unwto. Le strutture che superano la selezione ottengono l’attestazione di sostenibilità ecoluxury, rappresentata dal numero di “tende” – da uno a cinque – indicato per ogni retreat: l‘Ecoluxury Rating Tent.
«Oggi – ha aggiunto Ducrot – il mondo della distribuzione sta uscendo da un trauma economico-finanziario, ma anche mentale, e quindi credo che il valore più vistoso di una fiera come Ecoluxury Fair sia stato quello di aver voluto resettare la mente e dare coraggio anche a quelle nostre aziende che andavano molto bene prima del Covid ma non riuscivano a stare al passo con i tempi. Ora c’è la consapevolezza della mission e la forza di portarla avanti».
Quindi Ecoluxury Fair 2021 vuole lanciare soprattutto un messaggio operativo per la ricostruzione della filiera intorno a singoli prodotti, ma con servizi sostenibili, con il vantaggio economico, non certo marginale, che oltre a finanziamenti nella tecnologìa ci sono quelli messi a disposizione per la sostenibilità dell’offerta turistica. E questa è la maggiore soddisfazione espressa da Ducrot: aver dato, attraverso l’Ecoluxury Fair una ulteriore spinta al settore, contribuendo a ridare entusiasmo agli operatori.
«Noi siamo imprenditori – conclude Ducrot – e quindi dobbiamo trovare location e modus operandi all’altezza della nostra categoria».
Incentrato su Italia, Europa e altri Paesi (ancora pochi, purtroppo) oggetto di corridoi sanitari, l’Ecoluxury Fair 2021 ha sostanzialmente gettato le basi per una seria, concreta ripartenza di tutta l’offerta turistica d’alta gamma, intercettando con soluzioni ecosostenibili anche quel target di giovani viaggiatori, fino a pochi anni fa lontani anni luce dalla consulenza professionale delle adv. L’emergenza pandemica ha dunque prodotto nei potenziali viaggiatori, anche i più giovani, la consapevolezza che un viaggio con “V” maiuscola lo si può organizzare solo con la consulenza e assistenza di professionisti preparati. Tanto più determinanti se si acquista un prodotto e servizi turistici d’alta gamma.