by Anna Muzio | 12 Novembre 2019 7:00
Si dice che le esperienze più belle siano quelle guadagnate con più fatica. È quello che abbiamo pensato – noi del gruppo Khanom Jeen (uno dei cinque partecipanti al Mega Fam Trip 2019) – quando svegliati alle 4.30 del mattino e dopo l’attesa al molo a bordo piscina del boutique hotel Sripakpra Resort nel silenzio impossibile dei Tropici, saliti sulle barche abbiamo assistito a una delle albe più spettacolari.
Un’esplosione di colori – rosa, arancioni, verdi e azzurri – riflessi dal cielo nell’acqua in cui si specchiavano le mangrovie e i pali neri degli Yor, le ampie reti da pesca tipiche della zona che tanto ricordano i trabocchi di casa nostra. Siamo a Thale Noi, uno specchio d’acqua a nord del Lago Songkhla, il più grande lago naturale della Thailandia, area protetta nella provincia di Phattalung, sud-est del Paese.
Qui vivono migliaia di bufali d’acqua; li vediamo semisommersi brucare le alghe, talvolta con un airone guardabuoi sulla spalla. Come tutte le aree umide è un paradiso naturale frequentato da 180 specie di uccelli. La sorpresa finale è la vista dei fiori di loto, che sbucano dall’acqua, fucsia e carnosi. A maggio c’è la fioritura principale ma quelli che vediamo sono sufficienti per affascinarci.
Dei cinque tour del Mega Fam Trip 2019 l’itinerario del gruppo Khanom Jin, forse, non era il più bello né il più impegnativo, ma sicuramente il più avventuroso, perché copriva itinerari inediti. La provincia di Phattalung che abbiamo percorso in pulmino per oltre 450 chilometri da sud a nord in cinque giorni è, infatti, pressoché sconosciuta ai turisti occidentali. Un’altra Thailandia fatta di paesaggi verdi e villaggi di pescatori, risaie e palmizi, mercati contadini e casupole di legno lungo la strada, ma anche magioni misteriose circondate da mura.
È la Thailandia dei thailandesi, che apprezzano le lunghe spiagge semideserte, i ristoranti tipici che propongono pesce arrosto o in umido, frutti di mare con salse piccantissime – si sente l’influenza della Malesia – e l’onnipresente riso, “estintore” naturale. E l’accoglienza, semplice e sorridente. Aprire al turismo le secondary destination, infatti, è la strategia dell’Ente del turismo perché le destinazioni top stanno soffrendo – qui come altrove – per il turismo di massa. Ma si vuole anche privilegiare un turismo di qualità, interessato alla natura e cultura locale.
Espressa ad esempio nella danza tipica nori: assistiamo a una rappresentazione al Wat Tha Khae, dove tre danzatori in splendidi costumi da volatili e un bizzarro personaggio mascherato inscenano l’ancestrale rito della caccia di un uomo-uccello. Seconda tappa del tour è Nakhon Si Thammarat, meta emergente ed ex capitale del Regno indipendente di Ligor, in cui l’80% del turismo oggi è domestico, attirato dalla sua gemma: il Wat Phra Mahathat Woramahawihan, uno dei templi più antichi del Paese che conserva alcune reliquie del Buddha.
Dopo il tempio, visitiamo gli artigiani che hanno fatto del loro lavoro un’arte e vantano l’esperienza di generazioni. Al Krenung Thom, in un laboratorio aperto su una stradina l’anziano Nikom Nok-aksorn insegna l’arte preziosa della niellatura, che produce piatti, coppe ma anche borsette intarsiate con una lega di metalli nera, assai apprezzati dalla casa reale thailandese. In un cortile con affascinanti costruzioni di legno sorge invece la Casa del Teatro delle Ombre di Suchat Sapsin in cui si celebra questa antica arte, “modernizzata” con nuovi “personaggi” come la motocicletta e l’aereo.
Il giorno seguente arriviamo a Khanom, meta anche balenare con alcuni bei resort sulla spiaggia; ci fermiamo al lussuoso Khanom Beach Spa & Resort. Prima però viviamo l’esperienza più bizzarra del viaggio: Ban Laem è una comunità di pescatori che ci accoglie con calore e un cocco fresco da bere. Sorge su estuario che dà su un tratto di costa dove i fondali sono di un fango grigio. Fango benefico, però, per la pelle – come certificato dall’università di Nakhon Si Thammarat – tanto che se ne ricavano saponi, scrub e creme.
Lo raggiungiamo in barca e metà del gruppo si butta in mare sprofondando fino al polpaccio nella melma viscida, ma taumaturgica. Fanghi versione Tropici, con immancabile battaglia finale di palle di fango. Al ritorno piantiamo mangrovie in un’area di ripiantumazione e ci attende il pranzo: foglie di mangrovia fritte, frutti di mare e “Muddy Rice”. La comunità locale sta lavorando, inoltre, per conservare l’ambiente. Con il legno di mangrovia si colorano tessuti e i bambini del luogo, prima della nostra partenza, ci regalano uno spettacolo di danza, semplice e struggente.
Man mano il gruppo si avvicina ai luoghi più noti al turismo internazionale. Dopo una gita in barca in cui avvistiamo i delfini rosa – inseguiti da decine di barche e yacht, trovano lo stesso il tempo di far capolino – prendiamo il traghetto per Koh Samui. D’improvviso, non siamo più soli. Il Muang Samui Spa Resort ci regala una splendida cena sulla spiaggia, poi liberi tutti: c’è chi ne approfitta per ballare a piedi nudi nella sabbia, chi per fare shopping nella Chaweng Beach Road.
Il tour si conclude il sabato con la visita all’Ang thong National Marine Park: approdo nell’isola di Koh Wau Ta Lap e risalita in vetta con vista mozzafiato sulle 42 isole del parco nazionale. La pioggia ci coglie solo sulla via del ritorno. Da quel lounge bar che è l’aeroporto di Koh Samui ripartiamo per Bangkok. Stanchi, ammaccati ma felici di aver vissuto un’esperienza unica.
LA ROYAL PROCESSION. Prima della partenza del Mega Fam Trip 2019 in Thailandia il gruppo media invitato dall’Ente del turismo ha avuto l’opportunità di assistere alle prove generali della Royal Barge Procession, la processione rituale lungo il fiume Chao Phraya che coronerà l’ascesa al trono (durata tre anni) di re Maha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun, Rama X. Su un percorso di 3,4 km in circa 45 minuti hanno sfilato 52 imbarcazioni cerimoniali in cinque file, con la centrale dedicata al re, alla regina e all’entourage di corte (non presenti alle prove, ndr). C’erano invece le quattro chiatte reali: la Suphannahong o Golden Swan, la più antica di 108 anni, l’Anantanakkharat, l’Anekkachatphutchong. 102 anni e la Narai Song Rama IX.
Circa 2.300 rematori, della marina militare e in abiti tradizionali, hanno mosso le imbarcazioni al suono dei tipici incitamenti ritmici. L’atmosfera magica è resa anche dai canti rituali che accompagnano l’incedere delle barche riccamente decorate con polene a forma di animali mitologici. Un evento raro – il re Rama IX lo utilizzò solo quattro volte nei 70 anni di regno – che vale la pena seguire, se si è nella capitale, da uno dei sei punti predisposti lungo il fiume. La processione, che doveva svolgersi il 24 ottobre, è stata rimandata al 12 dicembre, con un’altra prova il 9 dicembre. Dress code da rispettare: camicia o maglietta gialla, colore del giorno di nascita del re.
LA SFIDA DEI GRUPPI TRA VIDEO E SOCIAL. Il Mega FamTrip Tat 2019 ha avuto un degno finale, con una sfida tra i cinque gruppi e la giusta dose di competizione. Organizzato dall’Ente nazionale per il turismo thailandese con il supporto di Thai Airways, Bangkok Airways, Air Asia, Europ Assistance, Sukosol Hotel Bangkok – dal 18 al 28 ottobre – ha coinvolto il numero record di 130 partecipanti.
Tra questi, 23 tour operator, 92 agenti di viaggi, cinque testate trade, cinque blogger, cinque membri dello staff suddivisi in gruppi che hanno effettuato cinque itinerari diversi il cui nome era ispirato a un piatto tipico dell’area visitata. Durante l’appassionante convention finale, tenutasi a Bangkok presso il Sukosol Hotel, tutti i partecipanti si sono riuniti e i gruppi hanno avuto modo di presentare il proprio viaggio tramite foto, video e divertenti sketch. In palio per il gruppo vincitore un premio decisamente allettante: un biglietto Thai Airways a/r per la Thailandia per ogni componente.
Finale al cardiopalma con la giuria composta dai partner e dalla vice governatrice di Tourism Authority of Thailand che ha giudicato la presentazione migliore. Ha vinto un video emozionale presentato dal gruppo Khanom Jeen, che si è aggiudicato anche la competizione social con la foto pubblicata da un’agente ad aver raggiunto il maggior successo su Facebook e Instagram. Tifo da stadio ed entusiasmo a mille dei “bianchi” (a ogni gruppo era stata assegnata una t-shirt di un colore diverso) al momento della proclamazione della vittoria. Per chi non c’era, l’appuntamento è al prossimo Fam Trip, previsto per il 2021.
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