Il turismo, per sopravvivere a questa crisi ha bisogno di atti concreti, perché altrimenti sarà troppo tardi. Parola di Ivano Zilio, presidente di Primarete e consigliere Fto, che lancia l’allarme.
«Non è tempo di proclami senza sostanza. Mi sono chiesto spesso dov’è il ministero del turismo e il suo ministro. Quali azioni e fondi sono stati messi a disposizione? Come minimo non doveva essere creato fin dall’inizio un tavolo di crisi del settore con le associazioni di categoria? – sottolinea Zilio che prosegue – Tutte le norme messe in campo a sostegno del turismo non sono sufficienti. La cassa integrazione va bene, ma attenzione allo stralcio dei contributi fiscali e previdenziali che sono solo slittati più avanti, poi bisognerà pagarli».
Per Zilio ci saranno tre ripartenze: la prima molto ottimistica a giugno, la seconda in autunno dopo la paura e l’angoscia; infine la terza quella del futuro più a lungo termine con obiettivo il 2021. «A giugno ci aspetta una stagione centrata sull’Italia ma con vendite che non supereranno il 20% rispetto allo scorso anno. La seconda previsione è che si ripartirà in autunno e allora il conto economico 2020 segnerà in meno un 60-70% delle vendite», ricorda Zilio.
Se nei giorni scorsi il governo ha promesso finanziamenti per piccole e medie imprese, per il presidente di Primarete questi sono solo prestiti a medio/lungo termine, cioè forme di indebitamento con «lo Stato che ha messo solamente una buona parola alle banche. Alla ripresa resteranno sul tavolo ancora due argomenti importanti: il comportamento di Iata e delle compagnie aeree sui rimborsi e come migliorare commercialmente il rapporto tra t.o. e distribuzione», conclude Zilio.