E con la Via Appia l’Italia fa 60. È proprio l’antica via romana, la “Regina Viarum”, il sessantesimo e ultimo sito italiano a entrare nella lista dei Patrimoni mondiali Unesco. A deliberarne l’iscrizione, il Comitato dell’associazione riunito a Nuova Delhi nella 46ª sessione pochissimi giorni fa.
Si tratta della prima candidatura di un sito promossa direttamente dal ministero della Cultura che ha coordinato tutte le fasi del processo, insieme al comune di Roma e al sindaco della capitale Gualtieri, e ha predisposto tutta la documentazione necessaria per la richiesta d’iscrizione nella Lista del patrimonio mondiale.
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha espresso pubblicamente grande soddisfazione per la nomina: «È un punto di partenza – ha sottolineato in un’intervista a Rainews24 – e non di arrivo: inizia una grande opera di valorizzazione con le amministrazioni locali affinché questo riconoscimento sia un’occasione di sviluppo socio-economico per le tante comunità che vivono su questi territori. Dobbiamo prenderci cura di questo valore – avverte il ministro – ed evitare che possa degenerare in forme di degrado, far sì che questa grande via diventi anche un percorso turistico per tanti visitatori che vengono in Italia».
Festeggia, su X, anche il ministro del Turismo Daniela Santanchè che scrive: “Tutte le strade dell’Unesco portano in Italia. Oggi anche la Via Appia diventa suo patrimonio. In poche parole, l’Italia è patrimonio dell’umanità” e, in effetti, il nostro Paese è il primo al mondo come siti Unesco, seguita dalla Cina (59 siti), dalla Germania (54 siti) e dalla Francia (53 siti).
L’Appia fu la prima delle grandi strade di Roma costruite con tecniche innovative, il tracciato, iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana.
Concepita per esigenze militari, la strada divenne da subito via di grandi comunicazioni commerciali e modello di tutte le successive vie pubbliche romane.