L’appeal di Milano resiste al dopo-Expo

30 Marzo 16:02 2017 Stampa questo articolo

Numeri da primato, sia sul lato leisure che congressuale. E un’attenzione internazionale che, forse, la città non ha mai avuto prima. Dopo l’Expo l’immagine del capoluogo lombardo non ha subito flessioni, tanto che nel 2016 sono stati oltre 5 milioni e 600mila i visitatori, con una crescita di circa il 2% che conferma i dati relativi all’Esposizione Universale.

Ma come dimostra lo studio condotto per Bit dal Laboratorio di Analisi del Mercato Congressuale Italiano, almeno un quinto dei pernottamenti si deve alla meeting industry. Un’industria che nel 2016 ha permesso di consolidare i risultati raggiunti nell’anno di Expo, registrando nell’area metropolitana di Milano un totale di 40.595 eventi (+0,2% rispetto all’anno precedente) della durata di almeno 4 ore (e con un minimo di 10 persone ciascuno), per complessivi 3,13 milioni di partecipanti (+6,8%) e 4,37 milioni di presenze (+2,2%).

Non solo, l’apporto dell’industria dei meeting e degli eventi ha contribuito non poco al Pil del capoluogo lombardo, con una spesa di 773 milioni di euro. In aumento, poi, il numero di eventi con partecipanti internazionali: in tutto, il 13,4% del totale, che segna un +10,4% in confronto al 2015. Dulcis in fundo, Milano migliora la posizione nei ranking internazionali. Negli ultimi mesi ha scalato 11 gradini, occupando nel 2016 il 21° posto nel City RepTrak, il rapporto che misura le città con la migliore reputazione nel mondo.

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