Basta con lo stigma di “Paesi ad alto rischio”, un concetto che blocca il processo di ripartenza dei viaggi internazionali. Per il World Travel & Tourism Council, invece, è utile approntare a livello globale il concetto di “viaggiatori ad alto rischio” e l’appello è lanciato a tutti i governi del mondo per superare la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19.
Per il Wttc, infatti, sia i viaggi leisure sia i quelli business hanno bisogno di ripartire e questo non sarà possibile finché un consenso internazionale non faccia chiarezza sull’approccio alla valutazione del rischio. La richiesta, in soldoni, è sempre la stessa: smontare il sistema delle zone a rischio, delle quarantene e dei blocchi tra Paesi per abilitare invece un massiccio uso di test e tamponi pre imbarco e a destinazioni, insieme al lancio di veri e proprio corridoi turistici.
Spostare il tema sui “viaggiatori a rischio”, quindi, permetterà di isolare e assistere solo le persone colpite dal virus, garantendo agli altri viaggiatori la possibilità di godersi i viaggi e le vacanze in sicurezza e sempre in osservanza dei protocolli di igiene e indossando la mascherina.
«Il rischio basato su interi paesi non è né efficace né produttivo – ha sottolineato Gloria Guevara, presidente e ceo di Wttc – Ridefinire il rischio nei confronti dei viaggiatori individuali è invece la soluzione per far ripartire i viaggi internazionali sicuri. Dobbiamo imparare dalle esperienze passate e dalle crisi come l’11 settembre. Non possiamo continuare a etichettare interi Paesi come se tutti gli abitanti fossero infetti».