Per autotrasporto e bus turistici, altro settore travolto dallo tsunami Covid, è corsa contro il tempo per salvare centinaia di aziende: Anav, Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori, e Flixbus hanno lanciato un circostanziato appello al governo affinché vengano erogati i ristori promessi e pianificato un articolato rilancio del comparto.
“Non è possibile immaginare un rilancio del settore senza un adeguato supporto finanziario da parte dello Stato”, si legge nella nota congiunta diffusa a margine di una tavola rotonda sut tema Prevenzione e sanificazione dell’autobus, tecnologie a confronto, organizzato dalla rivista di settore Autobus. Un supporto che Anav e Flixbus ritengono indispensabile, se si considera che le previsioni per i prossimi mesi non sono positive.
Tutte le aziende sono ancora in attesa dei decreti attuativi che renderanno effettivi i fondi stanziati in legge di bilancio a supporto del settore. “Non si può attendere oltre: è necessario fare in fretta per non far morire centinaia di aziende italiane”, aggiungono.
Come infatti ha dichiarato Giuseppe Vinella, presidente di Anav, «il trasporto commerciale con autobus, nel primo semestre del 2021, chiuderà con ulteriori perdite rispetto allo stesso periodo del 2020, con punte anche del 30%. Un dato negativo che si somma a un calo di fatturato nel 2020 superiore al 70% con perdite complessive di oltre 1,8 miliardi di euro. È necessario prevedere un ristoro di almeno 300 milioni di euro per le perdite dei settori del trasporto commerciale con autobus al fine di accompagnare e sostenere la fase di ripresa in un’ottica che non sia solo di recupero, ma di rilancio e sviluppo».
Nel progetto di rilancio del settore, abbozzato nel corso della tavola rotonda, è imprescindibile il tema della sicurezza, ritenuta perno centrale per la ripartenza, e FlixBus e Anav hanno individuato alcune priorità quali le infrastrutture, come ha evidenziato Andrea Incondi di FlixBus Italia: «Sfruttando l’occasione del Recovery Plan è fondamentale che si investa sulle autostazioni italiane, con un occhio di riguardo per tutti quei progetti rapidamente cantierabili e attesi da tempo dalle comunità locali. Questo non solo in un’ottica di connettività, per garantire il diritto a spostarsi anche a chi risiede in territori penalizzati dall’assenza di collegamenti ferroviari, ma anche in una prospettiva di rilancio del turismo. Non dimentichiamoci che, in molte città, le autostazioni rappresentano il primo vero biglietto da visita».
Analogamente, Giuseppe Vinella ha sottolineato l’assenza, nel Pnrr, di una voce relativa alle infrastrutture dedicate all’intermodalità dei passeggeri, la cui qualità si configurerebbe come fattore decisivo in grado di decretare l’attrattività dell’intero sistema trasporti e quindi anche come un driver di sostenibilità ambientale a tutti gli effetti.