Sulla situazione attuale del turismo e nello specifico del settore dell’ospitalità, interviene anche Roberto Necci, chairman di Necci Hotels. «Pur apprezzando gli sforzi del governo nel sostegno alle imprese e ai lavoratori, siamo costretti a considerare questi interventi totalmente insufficienti, considerare il sostegno delle aziende esclusivamente per il tramite di finanziamenti bancari ci dimostra che la gravità della nostra situazione non è stata compresa», afferma.
Necci sottolinea infatti come «siano necessari grandi volumi di affluenza per garantire la sostenibilità della struttura», visto che il comparto alberghiero «vive nelle città d’arte di mercato estero e nelle città balneari e costiere con turismo anche di matrice italiana».
Oggi, prosegue il chairman, «con il mercato estero fermo e senza una precisa data di riapertura e con la necessità del distanziamento sociale delle persone tutte le forme di accoglienza sono impossibilitate e le strutture ricettive continueranno a essere chiuse; proporre in queste situazioni dei finanziamenti che come tali vanno rimborsati è inutile e dannoso».
Necci, che è anche presidente del Centro studi della Federalberghi Roma, spiega che «in una città come Roma, il turismo estero pesa per il 70% in termini di pernottamenti e per l’85% in termini di fatturato; aprire quindi senza i nostri mercati di riferimento è una sorta di suicidio. Considerando inoltre che presumibilmente le riaperture saranno in prossimità dell’estate mi sento di escludere che le città d’arte possano essere di interesse anche per il mercato italiano visto che già quei mesi storicamente erano di bassa stagione e l’unico impulso ci veniva dato dai gruppi di stranieri».
Il chairman di Necci Hotels tira le sue conclusioni. «La realtà è che tutto il 2020 è un anno perso – sostiene – Passerà alla storia come l’anno che non c’è stato, e senza lo strumento dei finanziamenti a fondo perduto anche a salvaguardia dei livelli occupazionali e della continuità delle imprese difficilmente potremo continuare a esistere».