Estate italiana sold out per Veratour, uno dei maggiori player del turismo organizzato e della villaggistica in Italia. È il direttore generale Stefano Pompili a tracciare il consuntivo della stagione: «Da giugno ad oggi abbiamo fatto il massimo di ciò che si poteva fare, mettendo in vendita i nostri dieci villaggi in Italia, di cui quattro sono novità 2021. In tutte le strutture abbiamo sfiorato il tutto esaurito con un indice di occupazione quasi del 100%».
Che caratteristiche ha avuto questa estate italiana?
«Molti villaggi sono stati aperti a metà giugno e, in Sardegna e Sicilia, chiuderanno addirittura i primi di ottobre. Si è dunque allungata molto la stagione e posso dire che per le strutture italiane Veratour questo è stato il miglior anno in assoluto. Sono state praticamente tutte vendite individuali senza gruppi precostituiti perché è mancato il tempo di organizzarli. In poche parole, pur non essendoci stato l’advanced booking, abbiamo saturato la capacità di camere e aerei, vendendo quasi sempre con prezzi da listino. E proprio per il fatto di aver avuto una domanda con indici eleveati, non abbiamo fatto offerte speciali».
E sul fronte estero?
«Abbiamo aperto otto strutture tra Spagna e Grecia. Solo che a luglio, in seguito alle comunicazioni istituzionali e all’allarmismo, c’è stato un forte rallentamento: molte persone hanno preferito disdire. Queste proposte nel Mediterraneo hanno ricominciato ad avere un buon ritmo di prenotazioni soltanto nel mese di agosto, nonostante – per sostenere le vendite – avessimo adottato promozioni importanti e un pricing molto più conveniente rispetto all’Italia, con catene ad hoc. Chiaramente, con solo questo prodotto in campo, non possiamo portare avanti un’azienda grande come la nostra, tenendo anche conto che Egitto e Tunisia, che in tempi normali pesano per oltre il 60% sul fatturato, sono ferme da moltissimo tempo».
Com’è l’andamento di settembre?
«Se consideriamo che noi chiuderemo le strutture il26 settembre, eccetto appunto quelle in Sicilia e Sardegna, posso già dire che fino all’ultimo giorno di apertura abbiamo il pieno di vendite, ben oltre le aspettative e previsioni abbozzate in primavera».
Quali strutture le hanno dato maggiori soddisfazioni quest’estate?
«L’Isola delle Pazze in Puglia, novità 2021. Si tratta di una struttura con 80 camere, direttamente sul mare, inaugurata con alcuni pugliesi molto capaci. Le recensioni eccezionali da parte di TripAdvisor ne sono la dimostrazione. Poi c’è l’Hotel Moresco in Gallura (Sardegna), struttura nuovissima lungo la spiaggia di Reina Blanca, con 60 camere. L’abbiamo proposta in mezza pensione, con servizi alberghieri di alto livello. È stata venduta anche alla clientela internazionale e devo dire che il mix di ospiti italiani e stranieri ha funzionato benissimo».
La vera sfida adesso è l’autunno.
«È questo il vero banco di prova dell’intero anno: perché fino a settembre Veratour può contare sui suoi prodotti italiani, su Baleari e Grecia, ma da ottobre dobbiamo confidare in valide alternative. Noi puntiamo molto sulle Canarie, che stanno funzionando bene già da marzo, e infatti – insieme a Neos e Alpitour -opereremo dei voli supplementari, perché ad oggi è l’unica reale offerta invernale da piazzare sul mercato. Ovviamente c’è l’auspicio, condiviso con altri tour operator, che il governo dia il via libera a corridoi turistici in alcuni paesi extra-Ue. A noi basterebbe che fossero riaperti Egitto e Maldive per consentirci di operare bene anche in questi mesi e permettere agli italiani di riprendere a viaggiare in inverno. Un anno e mezzo di fermo a questi livelli è davvero pesante e abbiamo bisogno di far ripartire anche l’operatività di fine anno. In caso contrario, sarebbe davvero difficile “tenere botta” nei prossimi mesi soltanto con le Canarie».
Avete sempre investito sulle agenzie di viaggi. Come si è comportata la distribuzione in pandemia?
«Anche per le adv è un anno molto complicato, ma devo dire che se in talune agenzie storiche abbiamo subito avvertito un grande impegno e voglia di rilanciarsi, in altre ha prevalso la stanchezza e la demoralizzazione. Sentimenti che comunque vanno compresi per le mille difficoltà che gli agenti devono affrontare ogni giorno. Un problema tra tutti? Quello dei voucher, che scadranno nell’aprile 2022. Ebbene, ce ne sono tanti non ancora consumati e si potevano gestire meglio. Noi operatori ne abbiamo ancora troppi voucher sulle spalle e questo vuol dire che non si è lavorato bene».
Un auspicio per l’immediato futuro?
«Noi stiamo chiedendo solo di farci lavorare al meglio, aprire tanti corridoi turistici e in altre parole – come Astoi ha sostenuto nei giorni scorsi – permetterci di fatturare. Solo in tale maniera ripartirà tutto: dalle agenzie di viaggi con i propri lavoratori alla clientela, sempre più desiderosa di riprendere a viaggiare».