Se il turismo, come si dice da anni, è l’oro nero della nostra economia, il segmento arte e cultura è sicuramente il tesoretto del nostro incoming con un valore che l’Enit ha stimato intorno ai 15,2 miliardi di euro per quanto attiene la spesa del turismo internazionale (ovvero il 58% della spesa complessiva dei turisti stranieri in Italia), alla quale si devono aggiungere i 18,5 miliardi di euro della spesa domestica sempre nel solo comparto culturale. A conti fatti, oltre 33 miliardi di spesa turistica finalizzata alla visita a città d’arte, musei, borghi o partecipazione a eventi artistico-culturali.
Non solo, il recente ritorno di Dario Franceschini alla guida del Mibact (che ingloberà di nuovo il dipartimento Turismo) darà un’ennesima spinta al connubio turismo-cultura nella promozione del nostro Paese.
Per quanto riguarda i trend, il più recente monitoraggio compiuto dall’Enit tra i principali t.o. europei e d’oltreoceano sull’estate 2019 ha rilevato una crescita per le vendite del prodotto culturale in Italia che oscilla, a seconda dei Paesi, tra il +3% e il +20% con un sorprendente picco del +46% per il Giappone.
Solitamente il prodotto culturale è associato alle grandi città d’arte, ma novità assoluta per il nostro incoming è il crescente interesse per i centri minori che soddisfa la richiesta soprattutto dei repeater. Si tratta di località come Padova, Cinque Terre, Spoleto, Salento, Siracusa, sempre più spesso menzionate nei cataloghi.
Guardando invece ai bacini di traffico estero, il turismo culturale italiano risulta in crescita tra francesi, spagnoli e austriaci, mentre appaiono stabili i flussi da Regno Unito, Svizzera, Russia, Canada e Corea. A beneficiare maggiormente delle vacanze culturali degli stranieri, a livello territoriale, si consolidano le posizioni di cinque regioni: il Lazio con circa 4,8 miliardi di euro di introiti; il Veneto con quasi 3 miliardi; la Toscana con 2,7 miliardi; la Lombardia con 1,3 miliardi e la Campania con oltre 1 miliardo.
Eppure, la vera risorsa del futuro potrebbe essere il turismo domestico, perché – come rilevato da Federculture – negli ultimi anni ben il 69% delle famiglie italiane si è distinta per “inattività culturale”, evitando visite ai musei e brevi viaggi culturali. Per questo motivo, un maggiore stimolo a fruire dei siti turistico-culturali nel Paese, da parte degli stessi italiani, potrebbe determinare una forte accelerazione nello sviluppo del comparto. Tra i bacini regionali con i più alti volumi di viaggiatori domestici inclini a effettuare circuiti artistico-culturali in Italia, organizzati e non, Federculture indica l’Emilia Romagna, la Toscana, il Piemonte, la Lombardia e il Friuli.