«Vorrei che il turismo fosse libero, non intrappolato in istituzioni vecchie. È tempo di avere un’unica associazione turistica, magari anche fuori da Confcommercio e Confindustria». Parola di Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet e di Fto, dal palco della prima convention nazionale del network Uvet Travel System, al Riva Marina Resort di Ota Viaggi (main partner) a Carovigno, Brindisi.
Lo dice d’accordo con Nardo Filippetti, presidente Astoi, seduto al suo fianco durante il talk show condotto da Roberto Gentile. «Stiamo già provando a lavorare con Fto – conferma Filippetti – Abbiamo tanto da fare in Italia per migliorare la formazione, la qualità di prodotto e di servizio, la cultura dell’ospitalità».
Uno dei temi fondamentali è il ruolo e il peso del Paese in relazione all’Unione europea. «Vengono privilegiati i vari Thomas Cook, Tui, e l’Italia resta in secondo piano. Già riuscire a fare pressioni attraverso le associazioni sarebbe un passo importante», aggiunge il presidente dei tour operator.
«Dovremmo essere presenti a Bruxelles con professionisti del turismo per far sì che provvedimenti come il Gdpr o la fattura elettronica non ci cadano addosso, anche perché poi quando la legge arriva dall’Europa prevale sulla nostra e non possiamo far altro che adeguarci», continua il padrone di casa.
È il momento di disegnare percorsi di imprenditorialità nuovi, essere più globali, pensare che l’Italia attirerà un numero sempre maggiore di turisti stranieri da Asia, Stati Uniti, Sud America, incrementare ulteriormente il turismo culturale. Filippetti e Patanè concordano anche nella critica a uno Stato che continua a mettere in secondo piano il turismo e bacchettano le istituzioni.
«Io privatizzerei tutto, come Uvet – affonda il presidente del Gruppo – Abbiamo bisogno di velocità. L’Enit per noi è un corpo estraneo, semi politico, quando invece servirebbe per fare una vera promozione. In Italia, nonostante i numeri del turismo, resta importante solo il settore della meccanica».
Dai due presidenti arriva un segnale forte di comunione d’intenti, che il presidente di Fto a margine sottolinea: «Io e Filippetti siamo d’accordo, ma sopra di noi? Non voglio essere una voce nel deserto. Dobbiamo essere tutti vicini, mondo degli alberghi e mondo del turismo – spiega – Dobbiamo stare attenti se vogliamo guardare davvero al futuro e non farci comprare sempre. Basta un presidente per questo settore; ci sono troppi interessi, egoismi e personalismi, queste associazioni non hanno statura politica, do le dimissioni domani se qualcuno le smonta tutte e ne fa una sola».
Luca Patanè si dà un anno di tempo per provare a cambiare il ruolo delle associazioni in Italia: «Se non riesco a coinvolgerle di più e in maniera diversa, mi ritiro – annuncia – Stiamo cercando di lavorare con Astoi su più tavoli. Io vorrei una fusione tra Fto e Astoi. Con Fiavet non riusciamo a dialogare perché è vecchia, non funziona, è superata, ma la sua presidente non è in grado di fare un passo indietro per il bene comune e per la squadra».
La scadenza di un anno è legata anche alla durata del mandato di Carlo Sangalli, in carica fino a maggio prossimo. «Stiamo iniziando un lavoro serrato con il consiglio ed entro luglio presenteremo le nostre idee a Confcommercio – conclude il presidente di Fto – Voglio forzare, perché voglio che la confederazione prenda posizione e ancora non so se accetteranno le mie idee».