by Gabriele Simmini | 23 Agosto 2018 11:48
Un’estate da bollino rosso per Ryanair tra scioperi, disagi e contrattazioni sindacali con i piloti e assistenti di mezza Europa. Ma insieme ai temporali di fine agosto ecco affacciarsi l’ipotesi di un bilancio positivo, non solo nei conti, ma anche riguardo gli estenuanti negoziati. Perché nonostante tutto, la macchina da profitti guidata da Michael O’Leary continua a macinare numeri record anche nei periodi di forte stress e adesso il tutto può essere rafforzato dall’accordo con i piloti.
ACCORDO IN VISTA. Prima di tutto quelli irlandesi: dopo lo stop improvviso alle trattative di qualche giorno fa l’agenzia askanews riporta la notizia che i vertici di Ryanair avrebbero raggiunto un accordo con il sindacato dei piloti irlandesi Forsa. I piloti potrebbero mettere fine, quindi, al conflitto che ha portato a uno sciopero di cinque giorni in Irlanda, provocando più di 400 voli cancellati. La decisione sarebbe una conseguenza della riunione-fiume durata circa 22 ore.
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A questa buona notizia fa eco anche il prossimo appuntamento italiano: il 27 agosto, infatti, dovrebbe partire una tavolo no stop di 3 giorni che porterà alla firma dell’accordo tra i sindacati italiani e la compagnia irlandese sul contratto collettivo per il personale di bordo. L’accordo dovrebbe coinvolgere anche le agenzie di reclutamento Crewlink e Workforce e sarebbe un ulteriore passo dopo il riconoscimento del sindacato Fit-Cisl e del nuovo contratto dei piloti con Anpac e Anpav.
UN CASO EUROPEO. L’eventuale sottoscrizione di un accordo con i piloti irlandesi viene ritenuta basilare per chiudere tutte le dispute in atto negli altri Paesi europei. A partire da Germania, Belgio, Svezia, Spagna, Portogallo e Olanda, protagoniste delle maggiori mobilitazioni estive. Proprio i risvolti dell’agitazione avviata dai piloti di Dublino aveva indotto Ryanair nelle scorse settimane ad annunciare un ridimensionamento della programmazione invernale dalla capitale dell’Irlanda, con conseguente potenziamento delle attività in Polonia. Ora bisognerà capire se l’accordo raggiunto include un passo indietro della compagnia sul riposizionamento di aeromobili ed equipaggi sul suolo irlandese.
Anche perché tutti i disagi provocati degli ultimi mesi non hanno scalfito più di tanto la leadership operativa di Ryanair. Sebbene gli scioperi dei piloti in Germania, Svezia, Irlanda e Belgio abbiano portato la compagnia a cancellare il 17% dei voli in programma lo scorso 10 agosto, O’Leary è convinto di riuscire a chiudere degli accordi vantaggiosi che non mettano in discussione il modello di business della compagnia.
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IL MODELLO RYAN BATTE GLI SCIOPERI. Il ceo di Ryanair, consapevole che gli scioperi abbiano creato numerosi disagi ai suoi clienti, è convinto però che «le tariffe della compagnia siano comunque un plus e che gli europei non hanno comunque perso la voglia di viaggiare. Il nostro successo resta legato a un modello di rottura rispetto allo status quo dell’aviazione commerciale, che implica basse tariffe e alta produttività», ha detto O’Leary a Forbes.
E la conferma arriva anche dai dati. Nel trimestre maggio-luglio, il primo del bilancio 2019, i profitti di Ryanair sono calati del 20% a causa soprattutto dell’incremento dei costi del carburante e del lavoro. Ma nonostante ciò, la compagnia ha chiuso il trimestre con un utile di 319 milioni di euro mantenendo un margine netto del 15%, contro la media Iata del 4,1% nel 2018.
Vero è che i voli cancellati nell’ultimo periodo sono stati circa 2.500, ma in termini complessivi il traffico di Ryanair nel trimestre è cresciuto del 7%, raggiungendo 37,6 milioni di passeggeri e assicurando un load factor del 96%.
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In tutto questo, c’è da sottolineare che Ryanair non è l’unica compagnia alle prese con i sindacati che chiedono maggiori garanzie contrattuali e migliori condizioni di lavoro, soprattutto in Europa. Così, se il traffico continua a crescere, Michael O’Leary ha ampi spazi di manovra per contrattare con i propri dipendenti e i sindacati nei prossimi mesi. Soprattutto se la formula dell’alta produttività mette al sicuro i conti anche nei momenti di difficoltà, permettendo alla low cost irlandese un atterraggio morbido anche nel bel mezzo di una tempesta sindacale.
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