Le 10 richieste degli hotel
al governo che verrà

Le 10 richieste degli hotel<br> al governo che verrà
16 Settembre 11:16 2022 Stampa questo articolo

A pochi giorni di distanza dall’avviso comune delle sigle di settore legate a Confcommercio e Confesercenti, arriva oggi il decalogo di Confindustria Alberghi per l’esecutivo che verrà. Dieci richieste alle forze politiche che partono, sì, dall’hôtellerie, ma interessano l’intera filiera turistica.

“Dopo due anni di fermo pressoché totale – è la premessa dell’associazione – le imprese si trovano ad affrontare un nuovo drammatico tsunami. La crisi dell’energia, in assenza di interventi forti e immediati, rischia di costringere alla chiusura moltissimi operatori”.

Un quadro difficile in cui si “chiamano all’azione i partiti” sui 10 temi più urgenti e importanti.

MANTENIMENTO MINISTERO DEL TURISMO
La conferma di un dicastero dedicato “con capacità di spesa e bilancio autonomo” potrebbe “garantire strategie e politiche di medio e lungo periodo per il settore”.

STERILIZZAZIONE DEGLI AUMENTI DEI COSTI ENERGETICI
L’aumento esponenziale dell’energia ha raggiunto livelli insostenibili per imprese già provate da due anni di gravissima crisi. “È necessario – afferma l’associazione – intervenire subito con aiuti adeguati per scongiurare il blocco delle attività”.

AUMENTO DELLE RISORSE DEL PNRR DEDICATE AD ALBERGHI E TURISMO
Il turismo genera il 13% del Pil – rimarca Confindustria Alberghi – ma il Pnrr dedica al settore poco più dell’1% delle risorse complessive. “È necessario potenziare queste risorse, anche attingendo a capitoli del piano destinati a rimanere disattesi”.

SOSTEGNO A RIQUALIFICAZIONE e TRANSIZIONE ENERGETICA
Mercato e crisi energetica impongono di “accelerare gli interventi di riqualificazione anche ai fini della transizione ecologica. È necessario – recita il decalogo – intervenire subito con semplificazioni amministrative e incentivi.

RIMODULAZIONE IMU PER GLI IMMOBILI ALBERGHIERI
I livelli di Imu raggiunti nella maggior parte dei comuni “non sono più accettabili”, denuncia la sigla, che chiese “una sostanziale rimodulazione dell’imposta che tenga conto del fatto che l’immobile alberghiero è un bene strumentale”.

RIMODULAZIONE DELLA TARI
Analogamente è necessaria una “profonda rimodulazione della Tari che grava in modo iniquo sugli alberghi, in quanto commisurata ai metri quadrati, anziché ai volumi di rifiuti effettivamente prodotti”.

VALORIZZAZIONE DELL’OCCUPAZIONE E DELLA FORMAZIONE NEL SETTORE
Con la crisi da Covid il settore ha perso occupati e attrattività. “Il rafforzamento del dialogo scuola-impresa e la formazione sempre più dinamica e mirata, devono diventare i pilastri del rilancio”.

RIDUZIONE CUNEO FISCALE
Sempre e tanto più nella attuale fase economica, è necessario ridurre il cuneo fiscale nella sua componente contributiva “in modo tale da aumentare il potere d’acquisto dei salari e ridurre il costo del lavoro”.

TUTELA SPECIALE DELLE CONCESSIONI BALNEARI FUNZIONALI ALL’ALBERGO
Nel ridisegno delle concessioni balneari è necessario prevedere “specifiche tutele e valorizzazioni per tutte quelle casistiche in cui la concessione balneare è infungibile e funzionale all’investimento alberghiero”.

TRASPARENZA DELL’OFFERTA E CONTRASTO ALL’ABUSIVISMO
Grandi piattaforme e nuove forme di accoglienza sono fenomeni importanti, ma cresciuti senza regole. Secondo Confindustria Alberghi, “è ormai indifferibile un intervento di riordino per garantire liceità e trasparenza dell’offerta”.

Nel documento, l’associazione guidata da Maria Carmela Colaiacovo ricorda, poi, come “la realtà alberghiera italiana sia la prima in Europa con oltre 32mila alberghi e circa 1,1 milioni di camere. In termini economici – specifica – parliamo di 22.375 imprese per oltre 21,1miliardi di euro di fatturato e oltre 220mila occupati”. L’economia del turismo, in generale, sottolinea ancora una volta la sigla, vale in Italia il 13% del Pil e il 14,7% dell’occupazione.

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