È un buon momento quello che sta vivendo easyJet, fresca dell’annuncio del nuovo piano di espansione in Italia per la stagione estiva 2025 grazie alle nuove basi di Milano Linate e Roma Fiumicino e la conferma del ruolo di remedy taker per i voli a corto raggio nell’operazione Ita-Lufthansa.
Nel corso della conferenza stampa a Milano, dove si è dunque presentato il prossimo futuro del vettore britannico, L’Agenzia di Viaggi Magazine ha intervistato – qui il video – il country manager della compagnia per l’Italia, Lorenzo Lagorio.
Grosse novità per l’estate 2025, che hanno in qualche modo riconfigurato il profilo della compagnia low cost percepita ora più come una legacy…
«Vorrei precisare che essere una low cost per noi significa essere efficienti. Avere un programma operativo il più performante possibile che ci consenta di offrire sempre tariffe competitive ai nostri clienti. Noi vogliamo essere a basso costo, ma offrire un servizio ad alto valore aggiunto; in inglese si dice value for money. Per cui per noi è importante il prezzo che si paga e il servizio che offriamo ai nostri passeggeri. A settembre di quest’anno abbiamo annunciato un cambiamento importante nel nostro network italiano, abbiamo annunciato che avremmo aperto due nuove basi a Linate e a Fiumicino, se avessimo avuto l’autorizzazione della Commissione europea. L’abbiamo ottenuta e abbiamo annunciato tutte le nuove rotte, che pensiamo di riempire con passeggeri di ogni profilo. easyJet è una compagnia che negli ultimi vent’anni ha fatto uno sforzo per democratizzare il trasporto aereo in Europa e continueremo su questa linea anche in futuro».
Rimaniamo sulla definizione di low cost e sul rapporto con le agenzie di viaggi: l’85% delle prenotazioni avviene direttamente, come si realizza concretamente la collaborazione con il trade?
«Noi quello che chiediamo a ogni intermediario è di rispettare quelle che sono le nostre regole di distribuzione. Per cui alle agenzie chiediamo di utilizzare i canali che sono dedicati a loro e siamo ben felici di collaborare con l’agenzia per agevolare questo tipo di approccio. Dopodiché, il mondo della distribuzione è in continua evoluzione e sicuramente anche da parte nostra c’è la possibilità di migliorare e di collaborare in modo sempre più efficace anche in futuro. Sia con le agenzie online che con quelle fisiche e con i tour operator. Con tutti quelli che ci aiutano a distribuire il nostro prodotto finale».
C’è un tipo di utenza che passa più facilmente dalle agenzie rispetto ad altri? Immagino quello business…
«Con la clientela business lavoriamo in modo proattivo con le agenzie, ma ovviamente ci interessa il supporto dell’agenzia anche nelle rotte leisure. Sappiamo che molti collegamenti hanno una componente importante supportata dalle agenzie, per noi la cosa importante è mettere a disposizione il prodotto che interessa ai clienti qualunque sia poi il canale che questi decidono di utilizzare per acquistare il biglietto. L’importante è che le adv lavorino con noi rispettando quelle che sono le regole della distribuzione di easyJet».
L’Italia com’è posizionata nella vostra mappa delle rotte?
«Con questo investimento diventa il secondo mercato per easyJet».
L’Italia è il Paese con la maggiore concentrazione di aeroporti. Questo costituisce per voi una opportunità o una difficoltà?
«Noi in Italia da sempre ci siamo concentrati su alcuni aeroporti, vogliamo essere rilevanti per chi fa parte della comunità attorno a quell’aeroporto. In quest’ottica, da sempre abbiamo investito in Italia, a Malpensa, Napoli, Venezia ma anche Olbia, Catania, Palermo, Bari, cercando sempre di investire per aumentare le rotte disponibili. Restiamo aperti e guardiamo anche ad altre opportunità, come ad esempio Rimini. Tendenzialmente quando andiamo in un aeroporto non è per aprire una rotta ma è per provare a introdurne sempre di più, se funziona. Se non funziona, niente, cercheremo altre soluzioni».