Nella ripresa del settore turistico, le maggiori attese riguardano i viaggiatori cinesi e, in generale, chi arriva dall’Estremo Oriente. E l’incoming in Italia fa i conti con la definitiva mutazione dei comportamenti d’acquisto del turista: basta shopping di oggetti e souvenir, vincono le esperienze e la gastronomia.
A dirlo è Mastercard, circuito di pagamenti internazionale, che ha presentato un’anticipazione del Travel Industry Trends 2023 nel quale ha sintetizzato il comportamento dei turisti in tutto il mondo, ricavato dalle transazioni effettuate con le loro carte. E l’Italia ancora una volta è tra le principali destinazioni mondiali: al quarto posto per gli europei, all’ottavo per i nordamericani e al decimo posto delle preferenze di chi arriva da Medio Oriente e Africa.
Secondo il report, inoltre, la riapertura della Cina ha dato l’impulso definitivo per far tornare le destinazioni a lungo raggio ai liveli pre Covid. Se gli italiani scelgono in prevalenza mete intercontinentali, gli altri europei continuano a privilegiare le mete più vicine. Un bilancio che favorisce l’Italia, che nei primi tre mesi di quest’anno risulta così al primo posto tra le destinazioni preferite dai turisti provenienti dal Vecchio continente, a pari merito con la Germania.
Ma il cambiamento vero, rispetto allo scenario fotografato nel 2019, riguarda proprio coloro che visitano l’Italia. Perché in precedenza le spese effettuate nelle nostre città riguardavano per lo più lo shopping come i capi di abbigliamento, gli accessori o i manufatti di artigianato. Oggi i turisti spendono invece soprattutto per le esperienze.
In cima a tutte, il ristorante e, in generale, le occasioni per provare la gastronomia italiana. Ma anche le escursioni e le visite ai luoghi delle produzioni tipiche, come un’azienda che produce vino o che lavora la pelle.
Il motivo di questo cambiamento lo spiega Michele Centemero, country manager di Mastercard Italia. «Tra gli effetti collaterali della pandemia, registriamo anche una diffusa digitalizzazione delle nostre imprese, anche artigianali. Questo ha consentito anche a realtà molto piccole di mettersi in vetrina sul web raggiungendo ogni angolo del mondo. E permettendo, così, di acquistare anche online un’esperienza come l’escursione in barca. Basta pensare che a Positano abbiamo registrato una crescita della spesa per esperienze del 283%. E, comunque, nelle grandi città la crescita di queste spese è superiore al 90%, mentre l’acquisto di beni fisici è cresciuto del 40-45%».
Per Centemero, inoltre, «abbiamo aiutato le piccole medie imprese, soprattutto gli artigiani ad essere sia visibili, come vetrine e-commerce, ma soprattutto a poter offrire e accettare il pagamento in modo semplice. Dalla semplice email con un link di pagamento all’accesso diretto al Pos. A brevissimo il telefono cellulare potrà diventare anche un Pos. Quindi non ci saranno proprio più barriere all’accettazione dei pagamenti digitali».
Sorprendente il dato che riguarda gli spostamenti per recarsi al lavoro. La spesa è rimasta molto bassa nelle aree che non hanno abbandonato lo smart working, come il Regno Unito, mentre in Italia, dove il ritorno in ufficio è stato incoraggiato dalle aziende e accettato da molti lavoratori, si è registrato un aumento di transazioni legate proprio agli spostamenti per lavoro: dai mezzi di trasporto ai servizi, il commercio e la ristorazione nelle città.
Sul ritorno del turismo cinese, poi, Centemero ricorda come «in passato i cinesi e gli asiatici venivano qui per comprare beni di lusso. Oggi i beni di lusso, fortunatamente, li comprano anche da loro e quindi quando vengono in Italia che loro vogliono vivere un bel momento, un bel ricordo e portarsi a casa quello che è l’esperienza che non potrebbero fare in loco».