Le insegne B&B Hotels su quattro alberghi Mini a Milano
«Il Covid è un periodo di transizione, la ripresa man mano ci sarà e crediamo molto nell’Italia, che sta diventando sempre più un Paese non solo di leisure ma anche di business». Parola di Valerio Duchini, presidente e ceo di B&B Hotels Italia, che in questa partita al rilancio ha deciso di mettere l’accento su Milano, scommettendo sul suo ruolo anche nel panorama intercontinentale «al pari di città come Londra e Pechino», sostiene il manager.
E arriva proprio nel capoluogo meneghino il poker di new entry per il gruppo che punta alle 600 strutture a livello internazionale e in procinto di aggiungerne dieci all’Italia nel corso del 2021 (dopo Milano, si attende una nuova destinazione lombarda e altre mete che verranno svelate nel prossimo futuro. Intanto, B&B arriva a quota dieci anche sotto la Madonnina, mettendo le proprie insegne su quattro strutture del Gruppo Mini Hotels (la quinta, l’Hotel Tiziano, rimane fuori all’accordo): «Abbiamo stipulato un contratto di affitto di ramo d’azienda (rilevando quindi anche il personale) del valore di 50 milioni di euro, di durata ventennale (rinnovabile per altri due quinquenni, ndr). Gli hotel non chiuderanno, ma cercheremo di programmare in fasi successive gli interventi di restyling che li renderanno più assimilabili al brand, anche se il prodotto è già buono».
MIX DI CLIENTELA E GESTIONE DIRETTA. Anche per queste new entry milanesi, spiega il manager, si è applicata la “filosofia” di casa per renderli complementari ed evitare il rischio cannibalizzazione: «Puntiamo a trovare l’hotel che si sposa con la location e anche l’offerta deve integrarsi con questo». E quindi per il B&B Hotel Milano Aosta, accanto alla Stazione Centrale, il mix di clientela sarà necessariamente business e leisure, per i due B&B Hotel Milano La Spezia, B&B Hotel Milano Portello soprattutto corporate, mentre B&B Hotel Milano Ornato si pensa a una miscela di business, leisure e gruppi.
Come accade per gli altri hotel già in portfolio, saranno tutti a gestione diretta.
ESTATE A RITMO VARIABILE. Il gruppo decide quindi di scommettere su Milano e sulla sua ripresa: «Già ora riceviamo prenotazioni per settembre da parte di canadesi, americani e clienti dal sud est asiatico». Anche se l’estate marcia a velocità differenti sul mercato Italia. Emblematico per esempio il doppio passo di Firenze e Roma: «La prima ha tassi di occupazione molto alti, ed è presa d’assalto dagli italiani. Cosa che non succede a Roma, che soffre l’assenza dei flussi intercontinentali ed ha un recovery più basso».
In generale, gli hotel italiani del gruppo sperimentano tuttavia un positivo allungamento della finestra di prenotazione, dai 3 giorni in periodo pandemia ai 15 se non addirittura un mese, mentre è inferiore il recupero sui prezzi. Sui quali, in ogni caso, rimane la massima flessibilità: «Insieme alla ricerca di sicurezza, è e continuerà a essere un must per i clienti», spiega ancora Duchini.