Le interviste Vision 2020:
Filippetti e il tour operating

07 Gennaio 07:00 2020 Stampa questo articolo

Inizia con Nardo Filippetti, presidente Astoi-Confindustria, una selezione di interviste di inizio anno su L’Agenzia di Viaggi Magazine – chiamate Vision 2020 – il cui scopo è mettere a fuoco con alcuni tra i protagonisti italiani del travel le prove da superare e gli obiettivi che l’intero settore deve raggiungere nel 2020.

Quale sarà la nuova pelle del tour operating?
«I t.o. si stanno adeguando già ai trend di mercato: sviluppano prodotti sempre più customizzati, aggiungono esperienze particolari ai viaggi, cercando di avere maggiore flessibilità e di lavorare anche su target diversi da quelli tradizionali. Il must oggi è essere sempre più vicini ai consumatori, utilizzando tutto ciò che la tecnologia offre (social, app, etc.). L’utilizzo dei canali digital è quindi imprescindibile per raccogliere e interpretare al meglio i bisogni dei clienti. I tour operator stanno sempre più valorizzando quei servizi che costituiscono un unicum del loro patrimonio, ossia la consulenza e l’assistenza h24 e la velocità nel risolvere eventuali criticità. C’è poi il tema della commercializzazione, e qui è necessario fare una selezione e premiare le agenzie virtuose che rispettano tutti gli obblighi di legge, accompagnandole nel percorso – come già avviene – con iniziative di formazione sul prodotto, campagne e attività di comunicazione mirate».

Quali ombre offuscano l’attività degli operatori?
«Certamente il tema della copertura per fallimento e insolvenza è divenuto urgente e prioritario. A tre anni dall’entrata in vigore dell’obbligo c’è ancora tanto da fare per la compliance delle agenzie di viaggi. Nessuno ha il dato delle adv oggi in regola e, ancora più grave, è il fatto che ci sia una situazione a macchia di leopardo a livello regionale. L’assurdità è che ci sono Regioni, anche importanti come il Lazio, che non hanno recepito la legge nazionale e che non richiedono ancora l’adempimento di quest’obbligo. Siamo di fronte ad una tutela del consumatore “zoppa”, per cui chi compra un pacchetto di viaggi in Lombardia è protetto dalla garanzia, mentre chi lo acquista nel Lazio no! C’è un tema anche di dumping delle aziende meno serie nei confronti di quelle che, virtuosamente, sin da subito si sono messe in regola, affrontando ulteriori costi. Ci auguriamo che il Mibact intervenga e che, data la competenza esclusiva delle Regioni in materia di turismo, faccia quanto in suo potere per indirizzarle in tal senso. A corollario di questo discorso possiamo fare lo stesso ragionamento per i vettori. La copertura per insolvenza/fallimento non può riguardare solo due componenti della filiera, visto che anche le compagnie aeree sono soggette ad un rischio almeno pari a quello dei t.o., se non superiore. Su questo fronte sembrerebbe che a livello europeo qualcosa si stia muovendo. Ci auguriamo che il 2020 sia l’anno in cui si possa raggiungere un completo allineamento sul tema».

Cosa si immagina che accadrà nel settore nel 2020?
«Se non immaginiamo eventi eccezionali – come il fallimento di Thomas Cook – da qui a un anno non pensiamo possa accadere qualcosa di realmente dirompente. Certamente la situazione di Alitalia, se non risolta in modo efficace, potrebbe costituire un grave danno per il sistema turistico del nostro Paese».

Cosa ha in programma Astoi per quest’anno?
«Nel 2020 sicuramente ci sarà un potenziamento della campagna di comunicazione consumer, volta a diffondere informazioni sui plus collegati all’acquisto di un pacchetto turistico. In cantiere c’è un progetto che prevede un monitoraggio delle agenzie di viaggi in regola. Proseguirà il dialogo con le istituzioni, ma il vero problema in questo Paese è il continuo cambio di interlocutori e di avvicendamento nella politica. Oggi si avvia un dialogo con un governo, domani chissà. Altro tema atavico, ma certamente preminente, è quello della mancata considerazione del nostro settore come una vera e propria industry. A livello politico non c’è ancora questa sensibilità e il nostro compito sarà sempre di più quello di far capire a tutti gli interlocutori istituzionali quali sono le peculiarità, i bisogni e i temi prioritari del nostro comparto».

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Andrea Lovelock
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