Le richieste di Confindustria Alberghi al governo
Era la fine di gennaio quando a causa dell’arrivo del coronavirus il settore turistico alberghiero ha iniziato a vivere quella che oggi è diventata una situazione di fermo assoluto su tutto il territorio nazionale, costringendo moltissime aziende a chiudere per la totale assenza di ospiti.
Un momento, questo, assai delicato e in cui Confindustria Alberghi vuole mettere ancora più determinazione nell’affrontare la questione attraverso una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro Dario Franceschini e al sottosegretario al Mibact, Lorenza Bonaccorsi.
“L’inasprimento della crisi che sta colpendo il settore – si legge nel documento – e che di fatto ha causato il blocco totale delle attività, impone nuove e ulteriori risposte alle imprese e ai lavoratori. Dato, questo, confermato anche dalla recente indagine sugli effetti del Covid-19 per le imprese italiane a cura del Centro Studi di Confindustria che ha descritto chiaramente le criticità del turismo e gli effetti negativi dichiarati dal 98,6% degli albergatori che, nel giro di pochi giorni, hanno assistito a un vero e proprio blocco delle prenotazioni”.
Due le linee di intervento richieste e sulle quali l’associazione pone massima attenzione “con misure finalizzate alla continuità aziendale e la tutela del patrimonio di risorse umane e competenze senza tralasciare la necessità di individuare, non appena l’emergenza sarà rientrata, una strategia di rilancio per il comparto e l’economia nazionale”.
È stata, infatti, sottolineata l’urgente necessità di garantire soluzioni che lascino liquidità di cassa per le aziende e tutela dei lavoratori che operano nel settore. Nello specifico, Confindustria Alberghi ha evidenziato “la necessità di estendere la cassa in deroga su tutto il territorio nazionale; ampliare le casistiche; semplificare e velocizzare l’accesso al fondo Fis; potenziare il fondo di garanzia con facilitazione delle procedure di accesso; adottare misure atte a sostenere una sospensione e dilazione degli affitti, dei termini di pagamento per le utenze, così come quella dei versamenti dei tributi erariali e locali o in subordine la rateizzazione degli stessi, senza tralasciare, il riconoscimento in forma di credito d’imposta o altra misura di un ristoro per le perdite derivanti da cancellazioni per causa di forza maggiore”.
L’impatto pesantissimo che sta colpendo il settore ha spinto Confindustria Alberghi a insistere anche su ulteriori misure a supporto del comparto, “chiedendo a gran voce la riduzione della tassazione locale; riduzione dell’aliquota di Imu e Tari; mentre per l’Irap riduzione dell’aliquota/rimodulazione della base imponibile escludendo oneri finanziari/costo del lavoro; disapplicazione contributo addizionale sui contratti a termine nonché reintroduzione del tax credit; lo slittamento dei termini di adeguamento per la lotteria degli scontrini; incentivi, voucher o detrazioni di imposta per i soggiorni in Italia; disapplicazione per tutto il 2020 del contributo di soggiorno e incremento credito di imposta per la partecipazione alle fiere internazionali”.
«Sappiamo di chiedere molto al governo – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi – Ma ciò che ci spinge a farlo è la consapevolezza di quanto tutti questi elementi concorrano a sostenere un settore che ha solide basi e tutte le carte in regola per recuperare terreno non appena la fase attuale, grave e contingente, sarà superata. Il mondo del turismo italiano ha voglia di ripartire e, così come già accaduto in passato, era la crisi del 2008, vogliamo trovarci pronti e preparati per poter contribuire al rilancio dell’intero Paese».