Meno tempi morti e code, più tecnologia. Sono queste le priorità dei passeggeri aerei secondo il Global Passenger Survey 2021 di Iata, che periodicamente monitora il sentiment degli utenti del trasporto aereo. Nello specifico la ricerca ha rilevato che i passeggeri son disposti a utilizzare l’identificazione biometrica se questa può accelerare i processi di viaggio ed inoltre desiderano trascorrere sempre meno tempo in coda.
« I passeggeri hanno parlato – ha sottolineato Nick Careen, senior vice president Iata per le operazioni e la sicurezza – Vogliono che la tecnologia lavori di più, quindi trascorrere meno tempo a “essere processati” o a stare in coda. E sono disposti a utilizzare i dati biometrici se questa innovazione è in grado di portare a questo risultato. Prima che il traffico aumenti, abbiamo dunque una finestra di opportunità per garantire un regolare ritorno al viaggio dopo la pandemia e fornire miglioramenti dell’efficienza a lungo termine per passeggeri, compagnie aeree, aeroporti e governi».
La survey ha infatti rilevato che ben il 73% degli utenti intervistati è disposto a condividere i propri dati biometrici per migliorare i processi aeroportuali, (rispetto al 46% rilevato nel 2019). E l’88% di loro è disposto a condividere le informazioni prima della partenza per un’elaborazione accelerata.
Poco più di un terzo dei passeggeri (36%) ha già sperimentato l’uso di dati biometrici durante il viaggio, e la stragrande maggioranza di questi (86%) è soddisfatto dell’esperienza, anche se la protezione dei dati rimane un problema chiave, con il 56% che indica preoccupazione per le violazioni dei dati. E il 52% vuole chiarezza su chi condividerà i loro dati e su come possono essere utilizzati ed elaborati.
Riguardo poi ai tempi di attesa in aeroporto ed alle code ai gate, il 55% dei passeggeri esprime l’auspicio di un rapido miglioramento in questo ambito, sottolineando, in particolare, che la coda ai controlli di sicurezza rappresenta una priorità assoluta per il miglioramento.
Con ulteriori controlli dei documenti per Covid-19, infatti, i tempi di elaborazione negli aeroporti stanno richiedendo più tempo. E se prima del Covid-19, i passeggeri trascorrevano in media 1,5 ore nei processi di viaggio (checkin, sicurezza, controllo di frontiera, dogana e ritiro bagagli), attualmente queste procedure richiedono fino a 3 ore di durata, soprattutto durante le fasce orarie di punta del traffico aeroportuale, con particolari disagi ai banchi checkin e controllo alle frontiere, dove le credenziali sanitarie di viaggio vengono controllate principalmente come documenti cartacei.
La periodica ricerca di Iata riporta, poi, le necessità più impellenti dei passeggeri, dove primeggia l’ottimizzazione dei tempi di imbarco (non più di 45 minuti) se si viaggia solo col bagaglio a mano e ben il 90% degli utenti auspica di dedicare meno di un’ora quando si viaggia con bagaglio registrato. E per le soluzioni da adottare a breve la Iata rilancia le sue due principali innovazioni in grado di supportare un’accelerazione dell’aviazione post-pandemia.
Da un lato lo Iata Travel Pass – soluzione per gestire la complessa miriade di credenziali sanitarie di viaggio richieste dai governi – che offre ai viaggiatori un modo sicuro e protetto per verificare i requisiti per il loro viaggio, ricevere i risultati dei test e scansionare i certificati di vaccinazione, verificare che soddisfino i requisiti di destinazione e di transito e condividerli senza sforzo con i funzionari sanitari e le compagnie aeree prima della partenza.
Dall’altro c’è One ID, iniziativa che sta aiutando il settore della transizione per arrivare a permettere ai passeggeri di spostarsi nel mondo dei trasporti all’altro utilizzando un singolo token di viaggio biometrico come una scansione del viso, delle impronte digitali o dell’iride. IN questo caso, però, la priorità ora è garantire che ci sia una regolamentazione in atto per supportare la visione di un’esperienza di viaggio senza documenti. Un ID, secondo gli esperti Iata, non solo renderà i processi più efficienti per i passeggeri, ma consentirà anche ai governi di utilizzare risorse preziose in modo più efficace.