Un fatturato di 35,1 miliardi di euro, con una crescita dell’11% rispetto allo scorso anno: sono i numeri dell’ecommerce italiano nel 2017, secondo il rapporto “Ecommerce in Italia 2018, futuro ed evoluzione dal 2018 al 2028”, presentato da Casaleggio Associati.
Il commercio digitale, ha spiegato il presidente Davide Casaleggio, «è uno dei pochi settori in Italia cresciuto a doppia cifra negli ultimi anni. Ma siamo ancora indietro, soprattutto nell’offerta di alcuni settori, come moda, salute e bellezza. C’è ancora un margine di progresso».
Gran parte del fatturato, infatti, si concentra – dice il rapporto – in due settori: turismo (che vale 30,4% dell’ecommerce italiano) e tempo libero (che pesa per il 40%). Le imprese italiane faticano ancora ad avere una prospettiva globale. Il 35% ha canali di vendita digitali solo in Italia. E il 12% di chi vende anche all’estero lo fa solo con un sito italiano.
Dati che, ha sottolineato Davide Casaleggio, «indicano un’internazionalizzazione ancora da costruire. In fretta. Perché chi è internazionale riesce a imporsi». Lo studio di Casaleggio Associati, presentato in un evento ospitato a Milano da Fondazione Cariplo, ha provato a tratteggiare alcune tendenze decennali. La prima è lo spostamento del baricentro globale dagli Stati Uniti e l’Europa alla Cina. Un elemento che obbliga le imprese italiane a «comprendere come gestire marketplace e sistemi di pagamento cinesi».
Nei prossimi dieci anni ci sarà un’altra transizione. Se alla fine degli anni ’90 il desktop dominava il panorama dell’ecommerce, oggi il mobile concentra la maggior parte del traffico. Le imprese italiane non hanno ancora sfruttato questo mutamento: secondo il rapporto, solo il 27% del fatturato da ecommerce passa da smartphone e tablet (nel 2016 era il 26%).
Ma mentre le imprese stanno ancora imparando a comprendere il passaggio da desktop a mobile, ce ne sono altre due in corso: entro il 2022 l’85% delle interazioni avverrà con i bot. Una fase che Casaleggio definisce transitoria, verso il voice first: nel 2028 il principale strumento di gestione sarà la voce, cioè assistenti vocali e intelligenza artificiale. Di pari passo, vanno evolvendosi le consegne. I classici corrieri sono oggi affiancati da consegne più rapide, disponibili in poche ore. Il futuro però è automatico, tramite droni e robot.