by Redazione | 16 Novembre 2020 12:56
Con la Legge di Bilancio 2021, secondo l’ultima bozza, coloro che affitteranno più di 4 immobili con contratti di locazione breve saranno considerati come un’impresa: un passaggio che comporterebbe non solo l’apertura di una partita Iva e l’iscrizione al Registro delle imprese, ma anche la dichiarazione del reddito di impresa anziché fondiario, con tassazione dei ricavi fuori dalla cedolare secca.
È questo l’allarme lanciato da Property Managers Italia, associazione nazionale di categoria del turismo residenziale che rappresenta quasi un migliaio di aziende e più di 60mila alloggi su unità immobiliari dislocate in tutta Italia. L’associazione è in contatto con parlamentari di entrambe le Camere: l’obiettivo è quello di apportare modifiche alla bozza di Manovra, che arriva al termine di un anno che ha visto il travel – e dunque anche le locazioni brevi – come uno dei settori più colpiti dalla pandemia e dal lockdown.
«Un proprietario che fa gestire in maniera professionale i suoi immobili da un property manager – osserva Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia – e quindi da una società specializzata nella gestione degli immobili e che già è tassata con reddito da impresa, deve poter beneficiare della cedolare secca prevista sulla rendita fondiaria indipendentemente dal numero di immobili dati in gestione, siano questi immobili gestiti tramite locazioni brevi o tradizionali: non può essere costretto ad aprire una partita Iva o costituire una società, altrimenti si crea una disparità di trattamento ingiustificata».
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