Piena evoluzione dell’enoturista che nel 2022 sarà sempre più digital e alla ricerca di esperienze sensoriali non solo legate alla degustazione di vini ma ben combinate con assaggi gastronomici ad alta tipicità. È lo scenario prospettato da Winedering, la società di gestione e ricerche dell’omonima piattaforma che ha monitorato l’andamento dell’enoturismo nel 2021, riscontrando un’alta stagione caratterizzata da picchi di domanda estremamente alti che hanno talvolta messo addirittura in difficoltà anche le strutture più attrezzate.
«Il 2022 potrebbe ricalcare le stesse dinamiche – hanno commentato i cofondatori di Winedering, Stefano Tulli e Denis Seghetti – Ed è quindi utile farsi trovare pronti, in particolare con un’offerta allineata alle richieste del mercato, in primis quello digitale».
Del resto, i dati provenienti dal portale enoturistico italiano che attualmente conta circa 1.200 cantine online diffuse sul territorio nazionale, sono molto mirati: il 32% degli utenti che hanno visitato Winedering.com rientrano nella fascia di età tra i 25 ed i 34 anni, il 21% ha tra 18 e 24 anni e il 19,8% ha tra i 35 e i 44 anni. Ed è significativo il fatto che la fascia 18-24 anni si stia proponendo in modo massiccio all’interno dei target di riferimento del panorama enoturistico.
Secondo la ricerca, non deve più sorprendere che i giovani, pur avendo un potere di spesa mediamente minore rispetto ad altre fasce di età, hanno però una forte attitudine alle prenotazioni e ai pagamenti online, cosa che in più di una occasione frena gli utenti over 40. Quest’ultima dinamica è comunque in forte riduzione stante l’impatto della pandemia sulle abitudini di acquisto degli italiani.
Non a caso Il 73% degli utenti naviga e prenota direttamente dal proprio smartphone, con un tasso di conversione più basso dei navigatori “desktop” di solo il 14%. Anche in questo caso si conferma un dato ormai assodato: se non si possiede un sito web rapido e responsive, cioè ottimizzato per la navigazione da smartphone, si rischia di perdere 3/4 del potenziale mercato enoturistico.
Altra sottolineatura a margine di questo monitoraggio è che il 70% delle prenotazioni ricevute dalla piattaforma prevede esperienze che contengono espressamente abbinamenti gastronomici. Dal semplice tagliere di salumi, passando per assaggi di formaggi e prodotti locali, fino ai pranzi, completi o “light”, i wine traveler preferiscono di gran lunga prenotare esperienze in cui l’abbinamento vino/cibo non si riduce più al semplice pane tostato o al grissino, ma a qualcosa di più ricco, seppur non necessariamente troppo elaborato.
Infine, un rilevamento di sicuro interesse per gli operatori dell’enoturismo riguarda la consistente presenza di un’utenza femminile (53%).
«Lo scopo di questi dati è aiutare realmente chi si occupa di enoturismo a comprendere meglio i target di riferimento e le tipologie di offerta migliori al fine di intercettarli, evitando di utilizzare vecchie e inutili vanity metrics, misure, cioè, che non danno alcun valore aggiunto se non a chi le distribuisce spacciandole per miracolose – osservano i cofondatori di Winedering – E prendendo spunto da questi dati è possibile ritoccare, quando e se necessario, l’offerta proposta ai propri clienti da parte delle cantine. In buona sostanza è importante creare offerte che abbiano un mix qualità/prezzo piuttosto variegato, al fine di coinvolgere tanto il target 35-44, che ha un potere di spesa mediamente più alto, tanto il target 18-24, che sta aumentando la sua propensione al turismo in cantina e alla scoperta di vini di qualità, il tutto con un approccio fortemente orientato al digitale. Rilasceremo a breve altri dati importanti per affrontare al meglio l’alta stagione, in particolare sull’importanza delle recensioni come potente strumento di marketing e alcuni dettagli importanti rispetto al timing delle prenotazioni».