(DUBAI) Il futuro del turismo è qui, tra tecnologia, sostenibilità, investimenti, progetti di ogni tipo. Siamo all’Arabian Travel Market di Dubai, nome in codice Atm. Con 1.500 espositori e un totale di circa 30mila visitatori, la manifestazione che raccoglie e presenta l’offerta turistica dei Paesi Arabi riflette un mercato in pieno fermento, che guarda ai prossimi anni con molto ottimismo.
«Abbiamo riaperto quando siamo stati certi di non dover richiudere più, e questo ci ha portato fiducia e sprint nella ripresa, un trend che oramai è consolidato – ha detto Issam Kazim, chief executive officer Dubai Corporation for Tourism and Commerce Marketing – È caduta la barriera psicologica della pandemia, le persone hanno voglia di viaggi internazionali e di spendere. Noi offriamo connettività, sicurezza, avanguardia, sostenibilità, esperienze per ogni target, che è il riflesso della società in cui viviamo. La società è cambiata e anche il modo di pensare al viaggio».
Una strategia che ha portato Dubai a registrare nel primo trimestre 2022 un aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e a non preoccuparsi eccessivamente della crisi in Russia, uno dei suoi primi bacini di riferimento. «La nostra offerta è flessibile e i mercati hanno tutti un andamento a onda, per cui l’importante è essere pronti a far entrare altri Paesi negli spazi lasciati da quelli che scendono – ha continuato Kazim – Puntiamo innanzitutto sulla sostenibilità e l’attenzione all’ambiente e guardiamo ai nuovi target, come bleisure, il mix tra business e leisure, staycation o quello di parenti e amici che vengono a trovare chi si è trasferito qui per lavoro. Abbiamo rivoluzionato la policy visti creandone molti altri, per pensionati, giovani, lavoratori. Incoraggiamo chi vuole venire a vivere qui: durante la pandemia, quando in molti sono rimasti bloccati a Dubai, abbiamo fatto di tutto per accoglierli, tant’è vero che in molti hanno deciso di restare su base permanente. Il mondo evolve velocemente e dobbiamo saper cogliere le opportunità».
Secondo le proiezioni più recenti, il contributo dell’industria turistica al Pil del Medio Oriente raggiungerà i 486 miliardi di dollari nel 2028 e i governi della Regione stanno attraendo investimenti da tutto il mondo.
Uno spirito che accomuna tutti i Paesi della regione, e che si respira tra le corsie di una fiera all’avanguardia, dove si guarda al futuro con fermezza, tra innovazione, sostenibilità e moltissime nuove idee per l’accoglienza, l’ospitalità, la connettività.
Quali sono i nuovi trend? Sicuramente l’attenzione all’ambiente, sia dal punto di vista dei consumi energetici, sempre più puliti e consapevoli, sia dal punto di vista comportamentale, che si sta incoraggiando tra la popolazione e chi lavora nel turismo e si vuole trasmettere ai visitatori. Ne è un esempio l’installazione di fontanelle per riempire le borracce e dire addio alla plastica in tutta la città.
Tra gli altri temi, l’incremento del turismo domestico nella regione del Medio Oriente, anche qui cresciuto a un tasso superiore rispetto a quello internazionale, e il riconoscimento del ruolo fondamentale dei grandi eventi per attrarre la domanda, come l’Expo 2020 appena terminato e i prossimi Mondiali di calcio in Qatar.
Le esperienze al primo posto delle richieste dei viaggiatori, sempre più attenti a quello che le destinazioni offrono, non solo in termini di attrazioni monumentali, ma di attività e luoghi da vivere e sperimentare in prima persona. Le experience non sono più un qualcosa semplicemente da fare, ma la ragione per andare; e questo rappresenta un importante opportunità per il turismo, da cogliere utilizzando soluzioni tecnologiche per il turismo e connessione.
Passeggiando per la fiera, non poteva mancare lo stand dell’Italia con l’Enit, da anni presenzia l’Atm e che anche stavolta con una rappresentanza di regioni e destinazioni ha mostrato il Belpaese con il suo stile al Medio Oriente. «È importante essere qui perché il turismo proveniente dai Paesi del Golfo è un target altospendente e non soggetto a stagionalità – ha detto Giorgio Palmucci, presidente Enit – Abbiamo avuto una forte partecipazione di buyer e vediamo un gran bel movimento che ci trasmette ottimismo. Intendiamo lavorare molto su questi Paesi e stiamo pensando all’apertura di un’antenna Enit in zona».