L’essenza della Liguria al resort La Francesca
Il desiderio di armonia con la natura trova una strada in Liguria, nella riviera di Levante, a Bonassola. È La Francesca, dal 1961 villaggio turistico, dal medioevo mulattiera che conduceva da Portovenere alla Francia lungo la costa. Già documentata nelle cronache del 1500 e tracciata nella mappa del cartografo Matteo Vinzoni del 1722, quest’angolo deve il suo nome forse a una diramazione della via Francigena, o forse al fatto che fosse considerata zona franca per la presenza di miniere di rame, l’oro rosso che ancora si riflette nel colore delle pietre dei muretti.
«Quel che è certo è che l’aria mineralizzata che si respira è magica». Marco De Poli sorride nel parlare del Resort La Francesca, che gestisce con la moglie Giovanna, dando seguito al sogno della madre Gloria Bortolotti De Poli di preservare un pezzo di costa, prima sfruttato per l’estrazione del metallo e poi abbandonato, trasformandolo in un’oasi per un turismo ecosostenibile ante litteram. La giovane donna milanese arrivò non ancora trentenne e in otto anni riunì la tenuta, frammentata in 32 proprietà, e avviò la costruzione di villette “sospese” su pilastri.
Sono 55 alloggi, per un massimo di 230 posti letto, in un parco di 15 ettari. La più grande struttura ricettiva della provincia di La Spezia, con appartamenti mimetizzati, costruiti sulle pendenze e insieme immersi in cespugli di rosmarino che crescono solo affacciati verso il mare, piante di alaterno, lavanda, ginepro e mirto, tra lecci e pini marittimi, domestici e d’Aleppo, un centinaio di ulivi che Giovanna ha ripiantato alcuni anni fa. Lungo il sentiero che dalla reception porta alla costa, si snodano piscina, bar, campi da tennis, parco giochi per bambini, minigolf, minimarket, ristorante con terrazza panoramica, spiaggia riservata, solarium. È la macchia mediterranea, arroccata tra cielo e mare, a cedere un po’ il passo, quando ne ha voglia, all’elemento umano. «Il segreto a La Francesca è che da dentro non si vede fuori, da fuori non si vede dentro», sussurra Marco.
Ci si può concentrare sul suono della risacca. Oppure, dimenticare il mondo esterno lontano pochi chilometri e scoprirne un altro attraverso i racconti di Marco e Giovanna, oggi gestori e nonni felici, per anni documentaristi e protagonisti del mondo del cinema. Aiutoregista lui, costumista lei. E dalla riviera ligure ritrovarsi sul set di Allonsanfàn dei fratelli Taviani, con Marcello Mastroianni che prepara pasta e fagioli per tutti, o con l’unica tribù del Sudamerica che fa un ricamo a punto pieno, oppure alle prese con il cerimoniale dei diplomatici cinesi, o tra le aborigene australiane, o altrimenti ad ammirare l’eleganza senza pari del sari indossato dalle donne indiane.
Si può andare, poi, alla scoperta delle opere d’arte che popolano il resort, sculture di Timo e Dodi Bortolotti, nonno e zia di Marco. Lavori in metallo, pietra o legno che ben si sposano con l’atmosfera e i souvenir d’autore raccolti nei viaggi per il mondo.
E ancora, si può camminare. Anche perché non piove, pur se il cielo minaccia: “Benvenuta in Liguria” è la risposta a una domanda non fatta. Scendendo verso la spiaggia, si può deviare verso un cancelletto. Gli ospiti de La Francesca hanno la chiave per accedere alla pista ciclopedonale, lungo il percorso dell’antica ferrovia. Con la montagna alle spalle, verso destra in 15 minuti di cammino si raggiunge il borgo di Bonassola. A sinistra, a 30 minuti, c’è Levanto, porta di accesso alle Cinque Terre per chi arriva da Genova.
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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