Riapertura, salvo nuove disposizioni, il 29 maggio. Fatturato per l’anno in corso più che dimezzato ma ottimismo, grinta e prenotazioni che arrivano, anche grazie alla promo con cancellazione a zero penali fino al giorno prima della partenza. Riparte Aeroviaggi – secondo gruppo alberghiero italiano per presenze in Sicilia e Sardegna – che, anzi, sembra non essersi mai fermato, come ci racconta il suo presidente Marcello Mangia.
Come inizia la ripresa post Covid?
«Fin dal 23 febbraio ci siamo esposti sul mercato con una promozione sulla cancellazione gratuita, prima per prenotazioni entro il 31 marzo e fino a giugno, poi entro il 30 aprile per vacanze fino a settembre, e adesso l’abbiamo estesa alle prenotazioni fino al 31 maggio per soggiorni validi per tutta la stagione. Anche per agosto consentiamo la cancellazione gratuita fino a 24 ore prima della partenza».
In cosa consiste, nel dettaglio, la promo?
«È il nostro pacchetto “Vacanza sicura”, che prevede – oltre alla cancellazione gratuita – una serie di vantaggi: uno sconto di 200 euro per nucleo familiare, il prenota adesso/parti quando vuoi, l’assicurazione gratuita. Diamo la possibilità, prenotando una vacanza e versando un acconto, di spostarla in qualsiasi momento e per qualsiasi data, senza penale. Se dovessero voler comunque annullare, rimborseremo il mancato soggiorno in contanti. Abbiamo poi fatto un accordo con Europ Assistance per una polizza su misura che comprende il nucleo familiare di chi prenota, della durata di un anno, e che prevede un indennizzo in caso di coronavirus. Per 12 mesi tutta la famiglia viene assicurata. Ci siamo mossi sulla direttrice commerciale e anche sulla parte logistica».
Avete già un vostro piano per la sanificazione e la messa in sicurezza delle strutture?
«Abbiamo applicato il protocollo dell’Oms per quanto riguarda le misure di contenimento, per fare in modo che la vacanza sia sicura anche da questo punto di vista. Ci siamo attrezzati negli alberghi, ho appena finito tra l’altro di leggere la versione 1.0 del protocollo Accoglienza sicura – messo a punto da Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel in collaborazione con la Croce Rossa – constatando che abbiamo già messo in pratica nei nostri alberghi quanto indicato nel documento. In attesa delle indicazioni del governo, ci stiamo organizzando».
Parliamo di queste misure…
«Tutti i dipendenti indosseranno dispositivi di protezione individuale, ci saranno le barriere parafiati nei punti in cui ci si deve avvicinare, come le lastre in plexiglass alla reception, e ove necessario si dovrà indossare la mascherina. Non dovrebbe esserci un uso intensivo di mascherine da parte dei clienti, visti gli ampi spazi comuni delle nostre strutture che risolvono il “problema assembramento”. Nei ristoranti abbiamo previsto due turni di ristorazione per dimezzare le presenze e i tavoli saranno alternati. Il protocollo prevede una distanza di un metro tra un tavolo e l’altro, noi come azienda abbiamo previsto due metri, avendo lo spazio sufficiente per poter attuare questo distanziamento. Stessa cosa per piscina e spiaggia: le indicazioni parlano di 4 persone per 10 metri quadrati e dunque abbiamo ridisegnato le postazioni. Idem per gli spazi bar. Per quanto riguarda l’animazione, che nei villaggi ha un ruolo centrale, abbiamo previsto tre spettacoli in contemporanea a numero chiuso».
Dai pasti all’animazione: come gestirete i turni?
«Tutto sarà gestito attraverso l’app aziendale che abbiamo inaugurato a metà febbraio per facilitare il soggiorno degli ospiti e che adesso stiamo implementando per gestire questo tipo di emergenze. Abbiamo passato queste settimane di lockdown a studiare e a prepararci per la riapertura. L’applicazione nasceva senza dubbio con finalità più ludiche, ma si sta rivelando un ottimo strumento anche per le comunicazioni. Con l’app di potrà prenotare il ristorante, lo spettacolo, l’escursione, lo sport individuale, evitando di recarsi alla reception. Saranno infatti consentite le attività sportive – campo da tennis, tiro con l’arco, paddle, canoa, surf, windsurf, bocce – tranne gli sport di squadra».
Quando aprirete le strutture?
«Abbiamo previsto il 29 maggio l’apertura, ma stiamo valutando e aspettiamo chiarimenti da parte del governo che ha indicato l’apertura dei ristoranti il 1° giugno, inaspettatamente. Il numero dei contagi oggi però ci consente di dire che Sicilia e Sardegna, dove abbiamo le nostre strutture, sono regioni abbastanza sicure. Confido che nei prossimi giorni le misure vengano un po’ riviste, per confermare la data del 29 maggio. O eventualmente la sposteremo al 5 giugno».
Quando pensa ripartiranno le prenotazioni?
«Abbiamo già prenotazioni, la gente non vede l’ora di andare in vacanza. Il mercato interno di Sardegna e Sicilia si sta muovendo molto, per il mercato italiano aspettiamo la riapertura delle agenzie di viaggi il 18 maggio. Arrivano richieste anche dall’estero, pur se a ritmo ridotto. Una grossa fetta della clientela arriva dalla Francia, dove si parla di una riapertura da fine giugno. In questo momento siamo fiduciosi. La stagione non ci darà soddisfazioni economiche, ma porteremo avanti comunque le nostre strutture nel rispetto di collaboratori, stakeholder, fornitori. Converrebbe forse di più rimanere chiusi e aspettare il 2021 però abbiamo deciso di seguire la nostra filosofia aziendale dopo 47 anni di attività e trovo giusto, anche deontologicamente, mantenere gli alberghi aperti. Anche se non andrà bene, è una stagione su 47, e dobbiamo comunque crederci».
Si ritrova, da presidente, a gestire una crisi senza precedenti…
«Non sono solo, il gruppo di amministrazione è solido e compatto. Ci sono i miei fratelli, c’è anche mio figlio. Lavoriamo fianco a fianco; ci dividiamo il carico e insieme agli altri manager dell’azienda ce la stiamo cavando bene. Questa crisi riguarda l’intero pianeta, ma tornando ai valori fondanti di Aeroviaggi, azienda “formica” e non “cicala”, ci troviamo con una forte patrimonializzazione, proprietari di 12 delle 13 strutture, con una situazione debitoria favorevole e quindi siamo in grado di passare questa stagione anche a fronte di perdite certe di bilancio. Non abbiamo tempo di lamentarci, dobbiamo lavorare e andare avanti con fiducia. In salita, controvento, ma pedalare».
Come avete rivisto il budget 2020? Quali sono le previsioni di fatturato?
«Il cda la scorsa settimana ha approvato un nuovo piano industriale fino al 2025. Il calo di fatturato atteso nei nostri scenari è del 50%, anzi per l’esattezza 53%, ma speriamo di migliorare il dato».
Parliamo dei provvedimenti del governo e del ruolo del Mibact…
«Ancora non abbiamo visione complessiva delle misure, immagino siano andati per priorità. Per ora hanno consentito l’indebitamento delle aziende. Sono pressoché sicuro che il comparto del turismo sarà in prima linea per quanto concerne le agevolazioni statali. Siamo ancora alla Fase 1. Guardo con favore Regione Sicilia e Sardegna che si stanno muovendo con proposte interessanti. L’attenzione c’è, non mi sento di muovere critiche. In questo momento di emergenza è giusto attendere e non c’è neanche il tempo di criticare».
Pensa che le isole saranno privilegiate rispetto ad altre destinazioni di mare?
«Guardando ai fatti e leggendo i numeri, direi di sì. Studi approfonditi, come quelli di Cerved o Intesa San Paolo, vedono un calo minore del turismo proprio sulle isole; l’impatto è minore perché ci sono stati meno contagi. Probabilmente saranno le prime a ripartire. Sono destinazioni sicure e avranno un vantaggio competitivo rispetto alle altre. L’unica vera incognita sono i trasporti, che possono essere un fattore di rischio. Ma visto che il mercato sarà prevalentemente italiano contiamo di riuscire a gestirla. Prima il rapporto Italia/estero era 40%/60%, adesso siamo a 90/10. Per esempio, in questo momento abbiamo sei charter programmati per il 5 giugno perché i clienti mantengono le prenotazioni. Faremo un bilancio dopo il 5 maggio per capire se poter confermare i voli. Quando le misure saranno definitive, capiremo. La Regione Sicilia sta valutando di acquistare posti aerei contribuendo al 50% del costo del biglietto: il cliente pagherebbe solo il ritorno del viaggio».
Cambierà il prezzo medio della vacanza?
«Abbiamo mantenuto gli stessi prezzi, al netto dello sconto che stiamo proponendo nella promo. Non abbiamo intenzione di abbassarli o di alzarli, nonostante l’adeguamento delle strutture abbia dei costi importanti».
Come avete gestito le cancellazioni?
«Con saggia bontà commerciale. Abbiamo convinto la stragrande maggioranza dei clienti a spostare a settembre-ottobre. Alcuni gruppi hanno spostato direttamente al 2021. Abbiamo avuto poche cancellazioni secche o annullamenti totali».
Che estate si immagina?
«Sono fiducioso. Sarà un’estate un po’ complicata e se avremo un riempimento medio del 50% con qualche picco magari ad agosto saremo soddisfatti, avremo rispettato le nostre previsioni. Immagino da settembre una ripresa anche dei soggiorni più lunghi».
Aprire con capacità ridotta: ne vale la pena?
«Sì, noi vogliamo farlo. Non è solo un fatto economico, ma anche di visibilità sul mercato. La nostra struttura lo può fare e lo dobbiamo ai nostri clienti, fornitori, dipendenti, stagionali. Per come ha sempre interpretato mio padre l’azienda, al centro ci sono i rapporti umani. Oggi abbiamo dimezzato l’orario di lavoro, abbiamo aderito al fondo di integrazione salariale, ma abbiamo riconosciuto l’intero stipendio ai dipendenti assorbendo noi la differenza dei costi. Questo è lo spirito che ci ha sempre guidato e fino a quando potremo farlo, lo faremo».
La vacanza in villaggio e in albergo sarà diversa…
«Su questo non sono sicuro. Sarà una vacanza di relax, il nostro target principale sono le famiglie. Già la vita di villaggio “moderna” non è più legata alla calca, all’assembramento. Quindi proseguiamo con i nostri standard. Se siamo a più di due metri non servirà la mascherina. Applicheremo le regole, il focus sarà questo. Mascherina e distanziamento sociale però sono misure alternative tra loro».
Come immagina il futuro più lontano?
«Dopo un buon 2019, eravamo partiti a inizio 2020 con un aumento del 20%, sembrava un ottimo anno. Si prospetta adesso un ottimo 2021. Mettiamola così: un passo indietro per un salto più lungo».