Stagione estiva con tante ombre, secondo un primo consuntivo sull’incoming italiano stilato da Assoturismo-Confesercenti che ha stimato circa 2,3 milioni di presenze in meno rispetto all’estate 2018. In calo sia gli italiani che gli stranieri. Un bilancio magro, dunque, che certifica circa 205,7 milioni di pernottamenti turistici complessivi (traffico domestico e estero) pari a un -1,2%.
La consueta indagine realizzata da Cst per Confesercenti-Assoturismo su un campione di 2.484 imprese ricettive, riporta che gli stranieri in Italia si sono attestati su 95,8 milioni di presenze (-0,7%), con una diminuzione di 696 mila unità e un contestuale arretramento della spesa sul territorio nazionale del -1,5%.
Non tutte le aree, però, hanno sofferto allo stesso modo. Il Nord Ovest segna il risultato migliore (+0,2%) grazie al leggero aumento della domanda straniera (+0,7%), mentre Nord Est e Centro hanno registrato i risultati peggiori, entrambi in calo del -1,6%. Cali più contenuti sono stati registrati nelle regioni del Sud e delle Isole (-0,6%), dove il mercato estero ha segnato il +1,2% e quello italiano il -1,5%.
Dall’indagine emergono risultati differenziati, anche per le diverse tipologie di prodotto. Le città d’arte hanno registrato un aumento stimato delle presenze al +0,4%, con un sensibile rafforzamento degli italiani (+1%) e una stabilità degli stranieri (+0,1%). Le località balneari, invece, segnano il -2%, (-2,9% gli italiani, -0,6% gli stranieri).
In calo anche campagna (-0,6%) e località lacuali, che vedono un calo delle presenze del -1,9% (-2,4% di italiani e -1,8% dall’estero). Vero crollo, invece, per le località termali: il trimestre segnerebbe il -4,1%, con un calo significativo sia degli italiani (-3,4%) sia degli stranieri (-4,9%). Tiene, invece, la montagna.
Rispetto all’estate 2018, il mercato straniero cresce solo nelle località a interesse artistico-culturale e nelle aree di montagna. Aumentano sensibilmente le presenze da Francia e Europa dell’Est; più contenuta la crescita da Paesi Scandinavi, Benelux, Spagna, Russia e Cina. Stabile il mercato statunitense, canadese e brasiliano, mentre sono in flessione quello tedesco, britannico, austriaco, giapponese e indiano.
«Il primo consuntivo dell’estate 2019 ci consegna un quadro non incoraggiante per il settore, dopo il boom del 2017 – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – Flessione dovuta alle cattive condizioni meteo del mese di maggio ma soprattutto alla ripresa della competizione internazionale. Questo significa che c’è ancora tanto da fare per stabilizzare i flussi turistici e per fidelizzare i visitatori.
Messina guarda con favore al ritorno della delega al Mibact, che «riprende un percorso proficuo voluto dal ministro Dario Franceschini che torna a guidarlo. Ma la situazione che emerge dai recenti dati impone un’attenzione maggiore da parte del governo per un settore che potrebbe e dovrebbe essere il volano della nostra economia. L’auspicio è che il nuovo esecutivo e il ministro Franceschini mettano il turismo tra le priorità dell’agenda politica e che la delega non debba più essere soggetta a migrazioni perché questo si può leggere come un declassamento di un settore di importanza fondamentale per la riqualificazione del territorio e la crescita economica del Paese».