«Questo premio vuole esaltare il turismo delle radici, e vuole farlo attraverso gli scrittori migranti, che descrivevano la loro odissea, ma anche il loro Paese verso cui nutrono una costante nostalgia», così la glottologa e imprenditrice Pina Foti descrive il premio “La Letteratura delle Radici” organizzato dall’associazione Italian in Italy Ets che lei stessa presiede.
I racconti che hanno spesso avuto un momento orale tramandandosi per generazione, vengono poi fermati nella scrittura diventando un patrimonio letterario che secondo Pina Foti va tutelato.
«Questo mondo di lettere di povere persone, muratori, casalinghe, pionieri, è un mondo di fonti che rischiamo di perdere e che sono una grande ricchezza per l’Italia e che quindi meritava una maggiore attenzione», prosegue Foti. «Questo è solo l’inizio di un lavoro che avrà anche l’obiettivo, assieme all’Enit, di riportare in Italia questi italiani, testimoni delle nostre radici». Dunque il premio apre un varco a una progettualità continua sul tema della migrazione e del turismo. Il premio è infatti strettamente legato ai progetti di turismo delle radici, magari con l’obiettivo di ripopolare i piccoli borghi con gli eredi di queste persone innamorate dell’Italia, come ha fatto notare Salvo Iavarone, vice presidente della Confederazione Italiani nel Mondo.
Un tipo di progetto già attivo in altri Paesi, come ha spiegato Stefania Frabotta, esperta di strategie di promozione turistica: «Per sviluppare questo turismo bisogna lavorare sulla comunità per insegnare l’accoglienza di questo segmento e allo stesso tempo va creata una rete di prodotto, vanno poi individuati i corrispondenti internazionali che possano dare vita a questi pacchetti turistici».
L’Enit è nella giuria del premio attraverso il ceo Ivana Jelinic, proprio concretizzare questo tipo di percorso. Secondo gli studi dell’agenzia nazionale di promozione turistica, infatti, nel 2019, i viaggiatori internazionali in Italia per visitare parenti e amici o riscoprire le proprie radici sono stati 10,4 milioni con 66,7 milioni di pernottamenti e una spesa di 4,9 miliardi di euro. In generale, 6,4 notti la durata media del viaggio, con una spesa di 70 euro per notte. Sono soprattutto giovani adulti a muoversi, di età compresa tra 25 e 34 anni. «Sono turisti che sviluppano un forte legame emotivo con i luoghi e che sviluppano un racconto del territorio molto forte che va ad amplificare l’eco dell’Italia nel mondo, viaggiatori che programmano visite a lunga permanenza, con uno sviluppo, non solo della filiera turistica, ma anche di tutto l’indotto», ha dichiarato Jelinic.
Il concetto di radici non riguarda, infatti, esclusivamente i processi migratori, ma considera la riflessione sul chi siamo in relazione ai luoghi e all’appartenenza a comunità che sviluppano pratiche condivise. Basti pensare che si stima che i discendenti degli emigrati italiani siano oggi 80 milioni, principalmente in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Stati Uniti e Venezuela.
Il premio alla sua prima edizione vuole creare un percorso continuo su questo segmento culturale e turistico, augurandosi lo sviluppo futuro eventi e festival ad hoc. Intanto, sono già stati attivati presso un Istituto tecnico per il turismo due corsi sul turismo delle radici, e le alunne hanno partecipato alla cerimonia di premiazione.
La giuria del premio – composta da Pina Foti, Ivana Jelinic, Salvo Iavarone, oltre a Luigi Contu (direttore Ansa), Elisabetta Migliorelli (giornalista Rai), Donatella Gallone (giornalista ed editrice), Rosa Musto (dirigente ministero Istruzione e Merito) – è presieduta dalla scrittrice Francesca Vitelli.
Tra i premiati Flavia Amabile per “Elvira” pubblicato da Einaudi, la storia di una pioniera delle cinematografia, le cui difficoltà sono lo specchio della vita delle donne ai tempi del fascismo. Sempre di una donna, “Madame Vitti”, narra il libro Marco Cosentino e Domenico Dodaro, pubblicato da Sellerio: una ragazza partita dal paesino per Parigi a dodici anni con la sua indole ribelle per fondare la prima accademia femminile di pittura. Protagonista femminile anche per Luisella Dal Pra che pubblica una storia di ritorno a Napoli per combattere nella Resistenza: “Libertà e insieme il mio cuore”, edito da Nutrimenti.
Tra altri premiati, Silvia Pattarini per “Biglietto di terza classe”, pubblicato da Gli Scrittori della Porta Accanto, una storia di ritorno da New York per minacce della Mano Nera. Nella categoria narrativa-romanzo vince Carla Maria Russo per “Cuore di donna” pubblicato da Piemme, nella categoria saggistica Elena Bonelli per “La canzone romana” pubblicato da Newton Compton editori. Infine, nella categoria riviste letterarie, il premio va a “Oltreoceano” pubblicata da Linea edizioni al suo 21° numero che si è data il difficile compito di tradurre il patrimonio intangibile dell’emigrazione in articoli giornalistici e accademici.