L’incognita del pricing pesa sull’estate

21 Marzo 07:00 2019 Stampa questo articolo

È il fattore pricing a dominare la scena turistica di Mediterraneo e Mar Rosso. In un pendolo che oscilla tra offerte stracciate e rialzi esagerati, la stagione estiva si apre tra le incognite. «Possiamo farci ben poco – taglia corto Nardo Filippetti, presidente di Astoi – perché, come sempre, il prezzo segue la domanda e non c’è altra legge che tenga».

«Un tour operator – spiega – prende impegni quando prevede che una meta vada meglio di un’altra. Per avere un prodotto trainante deve “brandizzarlo”, acquistando posti aerei, assicurandosi un certo quantitativo di camere, ma se cambia il trend e cresce un’altra destinazione, non si può certo cancellare l’impegno. Di conseguenza si deve correre a compensare impegnandosi con quella meta emergente. È un po’ la politica dei vasi comunicanti».

Detto questo, prosegue Filippetti, «l’Egitto registra aumenti medi del 4-5% rispetto ad esempio alla Turchia che ha subito aumenti del 12-13%, ma sono variazioni da prendere con il beneficio del dubbio. Una cosa, però, è certa: mete rimaste ferme per anni vogliono rilanciarsi e fare cassa subito».

C’è poi il caso-Spagna, reduce da stagioni di overtourism, che ha visto crescere i suoi prezzi. «I colleghi spagnoli – riflette il presidente di Astoi – hanno in parte calmierato certe impennate tariffarie, ma questo perché gli albergatori iberici sono molto più reattivi di quelli italiani e sono abituati a relazionarsi con grandi Gruppi come Tui».

A conti fatti, secondo Filippetti, «l’estate 2019 vedrà almeno sette otto destinazioni mediterranee protagoniste rispetto alle tre quattro delle ultime stagioni. Per questo è chiaro che Paesi come l’Italia, che aveva beneficiato di certe mete chiuse, soffriranno il ritorno di molti competitor». Dai barometri turistici, comunque, le prime indicazioni prefigurano trend di differenti dimensioni. Vistosa la ripresa dell’Egitto, che già nel 2018 era quasi tornato ai livelli pre-crisi con un movimento di circa 890mila viaggiatori. La preoccupazione di operatori e adv è che si torni a “cannibalizzare” la destinazione con tariffe stracciate che potrebbero inquinare il mercato. E c’è già chi, più o meno sottotraccia, ha già avviato le vendite a prezzi scontatissimi.

Altro Paese in via di guarigione è la Turchia che nel 2019 punta a superare di nuovo la soglia dei 200mila italiani. Molto significativo, poi, il recupero della Tunisia che nel 2018 dall’Italia ha segnato oltre 107mila arrivi e 570mila pernottamenti, in crescita del 17% ma ben distanti dalle due milioni di presenze di 10 anni fa.

C’è poi il Marocco che lo scorso anno ha fatto segnare il +24% di arrivi dall’Italia. Guardando infine ai vicini di casa, la Spagna ha chiuso il 2018 con quasi 4,2 milioni di ingressi dal Belpaese, ma quest’anno potrebbe soffrire di più rispetto ad altre mete. Viaggia spedita la Grecia che punta ad assicurarsi un movimento di 1,5 milioni di italiani, record assoluto.

Completano il quadro Malta, che lo scorso anno ha totalizzato 390mila arrivi e 2,4 milioni di presenze dall’Italia, forte dei 17 voli settimanali diretti, e Cipro in fase di crescita con new entry importanti come il Ciao Club Concorde Luxury Resort di Eden Viaggi.

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Andrea Lovelock
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