L’ingannevole pienone estivo:
Maavi scrive a Garavaglia
In vista del terzo D-Day, l’ennesimo giorno della dignità, convocato da Maavi per l’8 settembre alle 10.30 in Piazza del Popolo a Roma, la presidentessa dell’associazioni delle agenzie di viaggi, Enrica Montanucci, invia una formale protesta al ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Colui che, ospite del Meeting di Rimini 2021, ha celebrato l’estate come una stagione da primato: «Non voglio snocciolare numeri, perché è ancora troppo presto – ha detto – ma le rilevazioni indicano presenze poco distanti da quelle registrate nel 2019, pre pandemia, quello che fu anno record per il turismo in Italia».
Parole che per chi si occupa di outgoing, e parimenti di incoming, suonano oltremodo stonate. Da qui la lettera di protesta che precede la prossima manifestazione di piazza.
«Gentile ministro Garavaglia – scrive Montanucci – quanto da lei dichiarato a Rimini è assolutamente inaccettabile per l’intera categoria degli agenti di viaggi. Se per “stagione quasi ai livelli del 2019” lei si riferisce alla gente che, impossibilitata ad andare altrove si è riversata nelle località turistiche italiane, dando, almeno a una prima analisi, l’impressione che tutto fosse tornato a un’apparente normalità, allora potremmo anche concordare con lei. Spiagge piene, alberghi pieni, gente in giro… in una colorata imitazione di noncurante allegria estiva. Ma la verità non è questa».
«Chi fa di mestiere l’agente di viaggi – prosegue la leader di Maavi – ha visto passare nei propri uffici tanta gente, ha venduto (male e con difficoltà date da diffidenza e poca chiarezza di informazione) tanta Italia combattendo con prenotazioni online, con albergatori furbetti che hanno provato spesso ad arrivare diretti sul cliente, clienti spaventati e poco convinti, prezzi pompati in modo estremo».
E ancora: «Alberghi pieni – ricorda l’adv – non vuol dire turismo in ripresa. Il nostro mondo, quello delle agenzie di viaggi, quello che dà lavoro a 80mila persone, che per anni ha pagato tasse in silenzio, e non ha mai chiesto niente, è allo stremo. Noi abbiamo vissuto un’estate che, priva delle mete extraeuropee, ha visto volumi pari al 35% di quelli del 2019. E mi riferisco ai soli mesi di alta stagione. Perché facendo la media gennaio/luglio il calo medio è del 90%. In buona sostanza, non è cambiato nulla».
«Crediamo nel suo entusiasmo – prosegue Montanucci – ma crediamo anche che il periodo che abbiamo davanti richieda sostegni importanti che dovranno essere stanziati con la massima urgenza. Per questo è forse azzardato e poco utile dire certe cose».
Da Maavi, dunque, la richiesta di limitare l’impiego «dannoso e fuorviante dei media», di ascoltare il l’urlo «di dolore e di disperazione» degli agenti di viaggi e, ai colleghi, l’appello a tornare in piazza compatti l’8 settembre. Più numerosi e combattivi dell’ultima volta contro il bla bla bla delle istituzioni, al grido di “Basta parole. È tempo di fatti”.