Non è tutto oro quel che luccica. Come del resto avevamo scritto qui e come aveva lasciato presagire il Forum di Baveno nel panel dedicato al turismo organizzato. I problemi non mancano e ora l’istituto Demoskopika ne certifica gli effetti, affidando all’Ansa un’anteprima sulll’andamento della winter. Ebbene: quella che si preannuncia per l’inverno è una contrazione dei flussi turistici in Italia. Sono previsti, infatti, poco più di 23,2 milioni di arrivi e quasi 72 milioni di presenze, con una flessione rispettivamente pari al 6,1% e allo 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnato da quasi 25 milioni di arrivi e poco meno di 72,2 milioni di pernottamenti.
A pesare sull’andamento al ribasso degli arrivi solo la componente italiana: 13,5 milioni di arrivi (-10,4% rispetto allo stesso periodo del 2022-23) a fronte di una crescita dello 0,5% degli stranieri. Un calo motivato certamente dall’inflazione e dai conseguenti rincari, che oggi più di ieri pesano sulle tasche dei connazionali.
In un’intervista pubblicata alcuni mesi fa sempre dall’Ansa, il presidente di Demoskopika Raffaele Rio si era lanciato in una previsione sulle curve turistiche da qui al 2027. Ferma la sua posizione: «In assenza di una programmazione incisiva da parte del governo centrale e delle Regioni – spiegava – il rischio è che fino al 2027 si possa generare un andamento piatto per cui ogni anno ci sarà un balletto per vedere se supera o non supera (di poco) il boom del 2019, mentre un progetto strategico più consapevole potrebbe generare un 2027 ben al di sopra del 2019 sia in valori assoluti che percentuali».
Il rilancio del settore, quindi, secondo Rio, passa necessariamente da una visione strategica che al momento è “debole”: «Se si vuole fronteggiare efficacemente la programmazione turistica, la politica deve avere il coraggio di fare scelte precise, maggiormente consapevoli e meno generaliste».