Prima Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, che accusa il successore Luigi Di Maio – e più in generale il Movimento 5 Stelle – di rimandare ogni decisione, compresa quelle su Alitalia. Poi un nuovo scenario per la compagnia di bandiera, profilato da Michele Geraci, neoeletto sottosegretario al Mise e docente di finanza in tre università nell’area di Shanghai. Tutto nell’arco di una mattinata.
Palermitano, 51 anni, Geraci – detto “il cinese” – svela la sua idea per il futuro di Alitalia in un’intervista all’Agi: «Vedrei con favore l’ingresso di un azionista cinese in Alitalia». Spiegando che un partner del gigante asiatico «sarebbe meglio di uno europeo», visto che «Alitalia ha bisogno di un azionista strategico proveniente da un Paese che non sia nostro concorrente».
E ancora «Con un cinese nel board, si rafforzerebbero i rapporti bilaterali e si alimenterebbero i flussi turistici, ripristinando le linee dirette. Oggi gran parte del traffico areo da Pechino viene dirottato su Francoforte e non su Roma».
Non conosciamo le sorti di Alitalia, per cui l’ultima notizia concreta è il via libera della Camera al decreto-proroga, ma una cosa – secondo gli analisti – è certa: nell’agenda di governo del sottosegretario indicato da Matteo Salvini ci sarà moltissima Cina.