by Adriana De Santis | 11 Maggio 2023 6:00
Compie 10 anni la Wild Atlantic Way, progetto ecosostenibile che corre lungo i 2.500 chilometri della costa occidentale dell’Irlanda.
Un viaggio indimenticabile per chi lo ha fatto, tra scenari spettacolari, paesaggi aspri e più dolci, attraversando da nord a sud le nove contee di Donegal, Leitrim, Sligo, Mayo, Galway, Clare, Limerick, Kerry e Cork. Dalla punta di Malin Head spazzata dai venti alla brughiera di erica del Connemara, dalla suggestiva baia di Dingle alla bellezza rigenerante della cittadina di Kinsale. Tra muretti a secco, cottage dal tetto di paglia, montagne imperiose, spiagge deserte e un colore verde della natura che cambia da contea a contea.
A festeggiare la destinazione non un viaggio ma un pranzo esperienziale, così recitava l’invito di “A taste along the Wild Atlantic Way”. Turismo Irlandese è arrivato a Milano con un pugno di operatori locali e, soprattutto, carico delle sue eccellenze gastronomiche, elaborate con Sonia Peronaci della Sonia Factory. I prodotti dei piccoli farmer c’erano tutti, dal salmone alle ostriche della contea di Kerry (migliori di quelle della costa est), dallo spiced beef (il manzo speziato della tradizione di Cork per Natale) all’agnello di montagna di Achill Island (tipo il pré-salé francese), fino al blue cheese di capra (anche affumicato) e al Jackford Irish Potato Gin, profumatissimo, che aromatizzava lo strudel di mele.
La febbre della Wild Atlantic Way è anche protagonista sugli schermi italiani da febbraio con il film “Gli Spiriti dell’Isola”, in concorso alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. È ambientato e girato tra il verde, il mare e le bellezze del nord Atlantico, fra Achill Island, la più grande isola irlandese, nella contea di Mayo, e Inishmore, la maggiore dell’arcipelago delle Aran, all’imbocco della baia di Galway.
A maggio poi, nel momento in cui nascono i puledri e fioriscono i giardini, iniziano le celebrazioni di Star Wars all’isolotto-scheggia di Skellig Michael, nel cuore della contea di Kerry, e nelle altre location tra Cork, Clare e Donegal. A conferma dello stretto legame tra l’Irlanda e la settima arte, con la filmografia in pieno sviluppo.
«Il primo trimestre è stato importante, con il recupero dell’84% di traffico internazionale rispetto al 2019, con l’Italia 6° mercato per arrivi e 5° per spesa pro capite perché si fermano e spendono di più», sottolinea Marcella Ercolini, direttrice Italia di Turismo Irlandese.
I voli sono tutti pieni, con la ripresa da marzo del Milano-Belfast e con estensioni anche su aeroporti regionali, per ottimizzare disponibilità e prezzi in aree diverse. Un successo Knock (Ireland West Airport), dove è recentemente atterrato il presidente Biden, e prima ancora il Papa, con il 65% del traffico in entrata italiano, collegato a Bergamo da Ryanair due volte alla settimana. O Cork, dove da fine marzo sono ripresi i voli diretti Ryanair da Milano (3 volte a settimana) e bisettimanali da Roma, Pisa, Alghero e Treviso.
«Lo sviluppo delle regioni e della stagionalità ci rendono sempre più destinazione di punta nel turismo sostenibile – continua Ercolini – E il successo della ripresa primaverile, con previsione di un’estate molto affollata, rafforza la nostra strategia di puntare a far viaggiare tutto l’anno, con diverse motivazioni, il festival di musica classica Cellissimo a Galway ad esempio, solo una delle tante manifestazioni culturali e dai ritmi più vivaci che costellano la Wild Atlantic Way».
Di motivi per percorrere questi luoghi che hanno ispirato anche pittori e poeti, ce n’è un’infinità, a cominciare dal poeta premio Nobel per la letteratura 1923 William Butler Yeats, che visse e scrisse tra Thoor Ballylee (Galway) e la montagna Benbulben (Sligo, “La terra dei desideri del cuore”), sotto la cui ombra sulla costa è sepolto, nel cimitero di Drumcliffe. O come Oscar Wilde, rapito dalla bellezza selvaggia del Connemara.
Il tracciato raccoglie l’affascinante natura irlandese con panorami di scogliere rocciose, misteriosi siti archeologici, patrimoni gaelici, maestosi promontori che fieramente si lanciano nell’Atlantico, graziosi villaggi, animali e fattorie, con sviluppo delle zone rurali che fa vivere 600 aziende, con i giovani che restano lì.
Chilometro dopo chilometro si inanellano cinque parchi nazionali, due Dark Sky Reserves (aree senza inquinamento luminoso), Bandiere Blu per 63 spiagge e sette marine, 43 spiagge premiate con il Green Coast Award. E delizie per il palato, anche di street food e truck lungo la costa con cozze “a km 0”, con apoteosi dal 1788 al famosissimo English Market di Cork, capitale gastronomica irlandese con ristorante stellato al golf resort dell’antica tenuta di Castlemartyr. Per non dire del Galway International Oyster and Seafood Festival, sempre nell’ultimo fine settimana di settembre.
Anche un modo di vivere questa “Route 66” irlandese. Che siano ciclisti, surfer, trekker, motociclisti, amanti delle emozioni oceaniche o dell’avventura nel selvaggio Irish Wild West, i turisti trovano sempre alloggi alimentati da impianti eolici e pannelli solari. Anche glamping sotto le stelle, aziende agricole biologiche e, come nella O’Donoghue Ring Collection di Killarney (Kerry), fattorie urbane idroponiche e lussuosi hotel, ristoranti, spa. E dappertutto pub, anche con musica tradizionale dal vivo, quando non concerti di strada, come a Galway.
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