by Adriana De Santis | 17 Luglio 2023 10:37
Alle 10 del mattino sono già in lunga coda fuori da una boutique di lusso nel cuore del quadrilatero milanese. E sono giovani – il 52% under 42 con scontrino medio salito a 3.781 euro – confermando il nuovo profilo del turista cinese post Covid. Per il quale, nel 68% di tutti i casi, il tax free shopping è la ragione principale di viaggio e di acquisto fuori dal proprio Paese, in Italia in particolare. Dove, nel 2019, questa clientela contribuiva con la più alta percentuale di spese e ora ci siamo quasi, con prospettive di pareggio nel 2024, se non prima, sorpassando i turisti americani.
È quanto emerso nel corso dell’evento meneghino “China Restart, il ritorno dei turisti cinesi e le prospettive per lo shopping tax free”, subito ribattezzato “China Restarted” visti i dati molto incoraggianti emersi in questo primo semestre nazionale. Organizzato da Global Blue, società che opera nel tax free, ha accolto gli interventi di Francesco Boggio Ferraris, academy director dell’Italy China Council Foundation, e dell’assessore a Sport e Turismo del Comune di Milano Martina Riva.
«Oggi nel lounge girano 140 turisti e altrettanti al lounge di Roma – esordisce Stefano Rizzi, managing director di Global Blue Italia – Nel 2019 i cinesi hanno contribuito per il 40% del totale dello shopping in Italia. Dal Salone del Mobile sono ritornati, ma non è più lo stesso turista: non sono più gruppi ma insiemi di famiglie, viaggia con i figli il 56%, e amici, sono più giovani e l’Italia è spesso l’unica meta in Europa, non una tappa del tour. Forse torneranno, grazie agli aeroporti di Malpensa e Fiumicino che stanno attivando connessioni prima di altri Paesi, quasi a livelli pre 2019».
L’assessore Riva ha sottolineato il contributo di Milano, che oggi attrae per viaggi di piacere il 60% dei turisti in generale, con il giorno più caro in hotel passato dal mercoledì a sabato. Deve continuare a mantenersi efficiente: con la destagionalizzazione della destinazione anche grazie al ricco calendario di eventi internazionali sportivi e Mice, con la nuova metropolitana 4 che collega Linate alla centrale Piazza San Babila in 15 minuti, con la campagna dei quartieri (come i Navigli o Porta Venezia) per allungare il soggiorno medio con attrazioni di shopping e gastronomia fuori dal centro.
Soprattutto, con il nuovo canale ufficiale WeChat, principale applicazione digitale cinese dove il Comune coccola l’esigente turista cinese con 500 schede di attività produttive nella sua lingua, oltre all’inglese.
Dall’Osservatorio dell’Italy China Council Foundation, la conferma di un turista cambiato, oggi più riflessivo. «Il Covid è stato uno spartiacque di vita, non solo per il Pil economico ma anche socialmente – ha spiegato Francesco Boggio Ferraris – Con la ricerca di più natura e di una vita lenta, il driver delle motivazioni di viaggio sarà la cultura, la storia, lo stile di vita del Paese da visitare. E l’Italia è prima nelle preferenze dei turisti cinesi».
Tocca a noi andargli incontro: parlando nella sua lingua, offrendo taglie piccole, evitando prezzi con il numero 4 (porta molta sfortuna per loro), diffondendo la cultura del cavallo. «E interfacciandoci con account e piattaforme sulle quali loro stanno tante ore – si raccomanda Boggio Ferraris – Imparando a governare l’omnicanalità perché vivono digitalmente, usano otto app al giorno».
Alla Golden Week, loro festa nazionale in programma a Milano nella prima settimana di ottobre, il test di recovery dei turisti cinesi in Italia, previsti a quota 2 milioni quest’anno, conclude Rizzi: «Il problema è la concessione dei visti in Cina, ma se il 63% dei viaggi oggi è ancora di package tour vediamo un cambiamento e, col picco autunnale atteso, non disperiamo di veder aumentare gli individuali».
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