Niente più quarantena di cinque giorni, a partire dal 15 maggio, per chi proviene dai Paesi Ue, dal Regno Unito e da Israele. Una notizia che determina l’inizio della ripartenza dei viaggi internazionali, almeno per quanto riguarda i Paesi dell’Elenco C, stabilita sabato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e da quello della Salute Roberto Speranza, riunitisi in un tavolo operativo dedicato al turismo. Una decisione che si accompagna all’introduzione del green pass nostrano e, da oggi, alla nuova colorazione dell’Italia: tutta gialla, fatta eccezione per Sicilia, Sardegna e Valle D’Aosta.
“L’obiettivo del governo – riferisce l’Ansa – è riaprire a tutti i Paesi stranieri che hanno raggiunto un livello alto di vaccinazione. Per questo si lavora alla definizione di un parametro” preciso. Dalla riunione dei ministri, sarebbe emersa anche l’intenzione di potenziare i voli Covid tested ed, entro metà giugno, riaprire il mercato statunitense, eliminando la quarantena anche per i turisti provenienti dagli States, applicando sempre lo stesso criterio (tampone negativo, vaccino o anticorpi Covid).
GARAVAGLIA: «RIPARTENZA VELOCE». Un weekend importante per il turismo, questo, anche per il taglio del nastro della prima Bit digitale, inaugurata dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia. È qui che il capo di via Marghera ha ribadito quanto sia stata importante «la scelta del governo, comunicata in modo molto efficace dal premier Draghi», di anticipare il green certificate europeo. E non solo. Riguardo alla rimozione della quarantena per i Paesi dell’Elenco C, Garavaglia ha espresso una speranza: «Che la lista si allunghi di più. Perché chi è più veloce ripartirà più forte». Un campo, questo, in cui si vedrà «l’importanza del ministero nel tutelare il settore».
Reduce dal G20 del Turismo, il ministro leghista ha rimarcato quanto il travel sia strategico e come le guideline approvate al summit di Roma ci restituiscano una «prospettiva futura», con un caposaldo indiscusso: «La mobilità sicura. Non solo nel viaggio, ma anche sulla destinazione. Fattore che apre a un turismo diverso». Fondamentale anche un’altra linea guida: «La gestione della crisi, ovvero la capacità di rendere il turismo più capace di rispondere a choc come la pandemia, organizzandosi di conseguenza». Da Garavaglia, poi, lo stimolo – legato anch’esso al G20 – di «raccogliere la sfida dell’inclusività, della sostenibilità sociale, dell’etica e della responsabilità».
Il ministro ha anche sottolineato come «il Pil lo faccia il mercato» e per questo il governo debba «sostenere gli operatori privati». Sostenerli anche nella transizione digitale, attraverso la creazione di un hub, ovvero «un ecosistema comune previsto dal recovery plan» che metterà in rete realtà «già di per sé potentissime».
All’inaugurazione della Bit Digital Edition, insieme al ministro e alla moderatrice Magda Antonioli (direttore Acme Università Bocconi), anche Luca Palermo, amministratore delegato e direttore generale Fiera Milano Spa; Alfonso Morvillo, coordinatore del Rapporto Italiano sul Turismo – Cnr Iriss; Alessandra Priante, direttore Europa dell’Unwto; Thierry Breton, commissario europeo responsabile per il mercato interno; e Caroline Bremner, responsabile travel di Euromonitor International.
LA PREVISIONE DI EUROMONITOR. Da quest’ultima arriva uno sguardo concreto sul futuro. L’Italia – rileva l’istituto di ricerca – tornerà ai livelli pre pandemia nel 2025, confermandosi al quarto posto in Europa con poco meno di 60 miliardi di dollari. Nel 2026, invece, il giro d’affari mondiale del turismo sarà pari a circa 1.400 miliardi di dollari.
Da parte sua, il commissario Ue ha presentato il piano europeo per rilanciare il turismo e il green pass europeo, operativo da giugno. Fondamentale il tasso di immunizzazione: «Abbiamo implementato diverse condizioni per una riapertura in sicurezza ed entro la metà di luglio sarà vaccinato il 70% della popolazione adulta in Europa», ha rassicurato Thierry Breton.
Una visione generale sul settore arriva poi dal padrone di casa, Luca Palermo, ad di Fiera Milano: «Il quadro che emerge dalle diverse ricerche presentate rivela che il 56% degli europei faranno un viaggio quest’anno in Europa. Non solo. Per l’Italia – conclude – è interessante notare come il 54% per dei nostri connazionali scelga di restare nel nostro Paese. Non da ultimo, assisteremo a un turismo più consapevole, con il 60% delle scelte dettate dall’attenzione all’ambiente».