by Roberta Moncada | 22 Marzo 2021 11:29
Servizi sempre più smart e tecnologicamente avanzati assieme a una richiesta crescente di personalizzazione e sostenibilità. Sono cambiate molto, durante la pandemia, le priorità e le modalità di fruizione dei prodotti turistici da parte della popolazione cinese.
E considerato che la Cina sarà, come confermano anche i dati della China Tourism Academy, tra i primi mercati a ripartire dopo la pandemia, il comparto turistico italiano dovrà essere in grado di «riformulare le strategie di destination marketing destinate alla Cina, analizzando i cambiamenti intervenuti dopo la pandemia nei comportamenti dei consumatori cinesi, e nelle loro modalità d’acquisto di prodotti turistici». Queste, le parole di Gianpaolo Bruno, direttore dell’ufficio Ice di Pechino, che ha moderato un incontro online dedicato proprio alle potenzialità di incremento del turismo italiano, in relazione al mercato cinese.
L’evento, organizzato dall’Agenzia Ice, in collaborazione con Federturismo, Confindustria e Enit, ha visto interventi di alti rappresentanti delle istituzioni, del mondo imprenditoriale, e di realtà associative, come la Fondazione Italia Cina. A testimonianza della necessità di un approccio sistemico alla promozione del prodotto Italia, specialmente in un mercato complesso come la Cina.
E proprio sul concetto di sistema, ha insistito Carlo Ferro, presidente dell’Agenzia Ice, sottolineando l’importanza, per i diversi attori del sistema export italiano, di agire in sinergia, ripetendo ove possibile lo schema di esperienze efficaci come quella del roadshow del turismo termale in Cina realizzato a inizio 2020, o l’edizione del Vinitaly che ha visto anche la partecipazione di buyers del settore turistico, grazie al coordinamento tra Ice, Enit ed Ambasciata.
LA STRATEGIA ENIT. «La recente apertura di un ufficio Enit a Shanghai – spiega Giorgio Palmucci, presidente dell’ente – va proprio in questa direzione, e conferma quanto previsto dal piano triennale di sviluppo stilato nel 2019, che vede la Cina come uno dei mercati chiave per lo sviluppo del turismo italiano».
Ma non è l’unica iniziativa in tal senso: Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione Enit, ha parlato infatti di una serie di attività che vanno dalla formazione per gli operatori (previste due giornate di formazione già ad aprile, ndr), agli incontri B2B come i recenti meeting e workshop online con buyer cinesi. Si sta ultimando inoltre, l’apertura di un flagship store sulla principale Ota del Paese asiatico, Ctrip, per il quale verranno coinvolti anche gli uffici di promozione del territorio e le Regioni.
Il tutto, con l’obiettivo di adeguare l’offerta alle nuove caratteristiche della domanda del mercato cinese, sempre più orientato al digital (come dimostra l’enorme successo di fenomeni come il live streaming) ed alla personalizzazione del viaggio, che avviene in gruppi sempre più piccoli, e in modalità sempre più indipendente. Nuove opportunità anche per segmenti come l’outdoor, gli sport invernali – anche grazie alle olimpiadi di Pechino del 2022 – e il lusso, specie da parte dei Millennial, vero driver della ripresa di consumi in Cina.
IL RUOLO DELLE OTA. In un contesto così dinamico e in costante cambiamento, è fondamentale rivolgersi a player cinesi che guidino istituzioni e aziende italiane nell’articolato panorama turistico locale. Il gruppo Trip(.com), ad esempio – che comprende, oltre a Ctrip, anche Skyscanner, la Ota Qunar, e Tripadvisor Cina, e che detiene il 60% del mercato turistico online cinese – è molto attiva in questo ambito, e supporta enti di promozione nelle operazioni di promozione e marketing in Cina.
Sofia Canali, business development manager del Gruppo, ha illustrato i vari strumenti disposizione, che comprendono anche advertising, digital marketing, e analisi dei Big Data basati sugli oltre 400 milioni di utenti del gruppo. Oltre allo store di Enit, il team di Trip(.com), ha recentemente realizzato anche la landing page su Ctrip della Regione Toscana, collegata a banner pubblicitari a tema campagna, con il payoff “Rinascimento senza fine”.
Certamente, sebbene una ripresa dei flussi turistici dalla Cina potrebbe avvenire già per la seconda metà del 2021, questo sarà un anno di transizione, che vedrà inizialmente la ripresa di viaggi di lavoro e visite ad amici e parenti, e solo in un secondo momento la ripresa del leisure.
Il 2022, però, sottolinea l’Ambasciatore d’Italia a Pechino, Luca Ferrari, offre all’Italia una grande opportunità, che è quella delle celebrazioni per l’Anno della Cultura e del Turismo Italia- Cina, precedentemente previsto per il 2020 ma rimandato a causa della pandemia, e grazie al quale l’Italia può riproporsi sotto una nuova luce ai turisti cinesi e «usare il proprio soft power culturale come rete per attrarli verso un turismo di ritorno in Italia».
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