Il turismo in Italia rallenta o almeno potrebbe farlo. Ad aprire la questione è l’ultimo studio svolto da Cst per Assoturismo Confesercenti. All’appello nel 2019 potrebbero mancare l’1,1% dei visitatori italiani e lo 0,8% di quelli stranieri. Tra gennaio e maggio si è già registrato un calo di 1,7 milioni di presenze rispetto allo stesso periodo del 2018. E per l’estate si prevedono 205 milioni di presenze con quasi 2 milioni di notti in meno rispetto al 2018.
Certo incidono le condizioni meteo incerte che fino a pochi giorni fa avevano scoraggiato le prenotazioni. Inoltre il sud del Mediterraneo ha riscattato la sua attrattività in passato compromessa da questioni di politica e sicurezza internazionale.
Se le previsioni dovessero confermarsi esatte, nel 2019 ci sarebbe il primo calo di flussi da 5 anni a questa parte. A pagare il prezzo più alto potrebbero essere più di tutti il centro, il sud è le isole con un -1,4%, mentre nord-est e nord-ovest potrebbero registrare un -0,7% e un -0,3%.
Una previsione che preoccupa gli operatori del settore, riuniti a Roma da Confesercenti intorno a un tavolo assieme al mondo della politica.
«Il turismo italiano è in un momento delicato – osserva Vittorio Messina, presidente Assoturismo Confesercenti – La spinta propulsiva degli anni scorsi si sta esaurendo e riemergono le problematiche mai risolte del settore, dalle carenze infrastrutturali all’abusivismo».