Lo shopping tourism cresce, ma si può fare di più

by Mariangela Traficante | 3 Marzo 2025 15:13

La Spagna (ancora) come modello turistico e un grande convitato di pietra: la Cina. Il turismo dello shopping è in buona salute in Italia, ma occorre costruirgli intorno più servizi, anche innovativi, e agevolare l’arrivo degli stranieri, con proposte “seduttive” ma anche velocizzando i visti che, appunto, ancora limitano il ritorno di alcune nazionalità.

Se ne è parlato all’ottava edizione di Shopping Tourism – il forum italiano, l’appuntamento su questo segmento turistico ideato e organizzato da Risposte Turismo in partnership con Enit e con il patrocinio del ministero del Turismo e del ministero delle Imprese e del Made in Italy.

I DATI

La spesa turistica in shopping in Italia nel 2024 stimata da Risposte Turismo si aggira tra i 20 e i 22 miliardi di euro. Secondo le stime contenute nella nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor, sono 2,4 milioni i turisti che hanno scelto nel 2024 il nostro Paese con lo shopping come motivazione prevalente (+14% sul 2023).

La tendenza è confermata anche dalla ripresa dei flussi turistici asiatici, in particolare dalla Cina, mercato di riferimento per lo shopping tourism italiano, dalla forte capacità di spesa del segmento statunitense (+9% sui valori tax free shopping del 2023) e dal consolidamento del bacino di shopping tourist Uk, soprattutto, nelle principali città dello shopping in Italia (Milano, Roma, Firenze e Venezia).

LA RICETTA DI ALESSANDRA PRIANTE

Ma ci sono ancora zone d’ombra ed elementi su cui lavorare, e li evidenzia in primis, Alessandra Priante, presidente Enit. «Il turismo da anni non è più di destinazione. Lo shopping tourism deve quindi far parte di un’agenda, la domanda reagisce bene alla proposizione di periodi tematizzati e occorrono proposte cucite su misura, come sta facendo la Spagna. Cerchiamo di essere seduttivi con gli americani per attrarre più turisti dello shopping. Torneranno i russi? Lo speriamo. E cinesi? Il problema sono i visti, occorre lavorare di più. Così come occorre riuscire a essere un po’ più “spagnoli” e lavorare finalmente bene insieme. Fondamentali sono i dati predittivi, così come la formazione, il vero problema. Trovare giovani che vogliano di nuovo lavorare nel turismo funziona se gli si offre una prospettiva di carriera».
Facilitare dunque l’arrivo degli stranieri, ma non basta: la chiave è anche quella domestica: «Un Paese che dipende al 51% dagli stranieri è un Paese debole, l’italiano deve tornare a essere numero uno perché è questo a darci solidità».

Per Stefania Lazzaroni, direttrice generale Fondazione Altagamma, puntare sull’altospendente è sempre una strategia che paga: «Il 60% di acquisti di brand di Altagamma è fatto da stranieri. Il turista d’alta gamma spende nove volte più del normale. Cosa serve? Qualità e diffusione di hotel di eccellenza, offerta diversificata e esperienze personalizzate: c’è sempre più richiesta di andare a vedere come vengono fatte le cose, dal gioielliere di Milano al laboratorio artigianale. E serve prepararsi a nuovi target: quello che in passato era, per i brand del lusso, il cinquantenne anglosassone europeo, oggi è il venticinque-trentenne asiatico. Manca un’offerta per i giovani come ha fatto la Spagna con proposte contemporanee ed innovative».

I MERCATI

Per quanto riguarda i singoli mercati di provenienza, Risposte Turismo ha presentato i risultati di una nuova indagine effettuata sui turisti italiani, francesi e statunitensi. Su un totale di 800 intervistati, emerge come i francesi siano i turisti che si identificano maggiormente come shopping tourist (68%), davanti agli americani (58%) e agli italiani (24%). Stessa classifica anche rispetto a chi ha visitato l’Italia con gli shopping tourist francesi al primo posto (80%) davanti agli italiani (78%) e agli statunitensi (36%).

I francesi sono anche i turisti che destinano la quota più alta della loro spesa in viaggio allo shopping (27%), seguiti dagli statunitensi (26%) e italiani (21%). Chi viaggia per shopping in Italia si dichiara particolarmente interessato a visitare un laboratorio di prodotti enogastronomici tipici (62%), seguito a poca distanza dai laboratori artigiani (61%). Considerando, invece, il solo campione dei francesi, la prima attività desiderata è la visita a un atelier di moda (58%). Sul podio dei fattori che attraggono maggiormente il campione di shopping tourist in Italia, la qualità dei prodotti da acquistare (86%), i prezzi più competitivi (69%) e il contesto nel quale ci si muove (68%).

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