Sono circa 2,1 milioni i viaggiatori stranieri che hanno scelto l’Italia per una vacanza all’insegna dello shopping, ma questo fenomeno è trasversale e il suo peso si riversa in tutte le altre tipologie di visitatori. La riprova della forte crescita che sta avendo il “fattore S” (dove esse sta appunto per shopping) è data dal boom degli outlet village nel nostro Paese, che entro il 2025 passeranno dagli attuali 23 centri a quasi 100.
Questi sono i numeri più eclatanti contenuti nello studio di Risposte Turismo, presentato nel corso del suo Forum a Roma e che si è concentrato sul bacino Usa e sulle destinazioni italiane più popolari per lo shopping tourism: ovvero Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Per quanto riguarda altri centri di minori dimensioni, l’indagine ha evidenziato come Bologna e Genova abbiano registrato punteggi superiori ad altre località quali Taormina, Cortina e Capri.
Complessivamente (shopping tourist e non) l’indagine fa emergere come il 91% degli statunitensi in viaggio in Italia non rinuncerebbe all’acquisto di prodotti italiani: su tutti la gastronomia (al 53% tra la tipologia di prodotto che gli americani acquisterebbero ‘solutamente’) seguita dagli articoli di moda. Sempre nell’ambito di questo focus Usa, con riferimento alla motivazione che spinge i turisti statunitensi a viaggiare, il 34% del campione afferma di aver viaggiato in più occasioni con l’intento di fare acquisiti, percentuale che sale al 47% considerando tutti coloro che lo hanno fatto almeno una volta. L’indagine, infine, evidenzia come la spesa media giornaliera dei turisti statunitensi in shopping si attesti a 110 euro. Interessante rilevare come anche tra gli statunitensi che non hanno mai viaggiato per shopping, il 16% ha dichiarato che esso conta comunque molto o abbastanza tra le attività accessorie da svolgere quando viaggia.
Tutti numeri di buon auspicio ai quali si deve aggiungere una nuova sensibilità anche da parte dei referenti istituzionali: il settore è stato infatti definito strategico dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, nel suo messaggio inviato per l’evento, e certamente in forte evoluzione come ha sottolineato Francesco Di Cesare, presidente di Risposte Turismo: «Ci sono indicatori positivi sia dal lato dell’offerta che della domanda. E in particolare quest’anno abbiamo rilevato una forte dinamicità del settore con un aumento del numero di eventi, di nuovi progetti e iniziative speciali lanciate, su tutte, quelle dei luoghi temporanei dello shopping, la sempre più ricorrente ibridazione tra shopping e ristorazione e lo sviluppo di collaborazioni volte a cogliere la propensione alla spesa dei turisti. Questo rischia di aprire un gap tra le realtà attive e pronte a investire rispetto a quelle che si limitano a sfruttare il proprio vantaggio di localizzazione. Shopping Tourism si propone da sempre come un momento di confronto, analisi e dibattito sul settore attraverso il quale tutti gli operatori del settore possono trarre utili spunti per crescere in questo comparto»
E tra i bacini di traffico che anche il prossimo anno daranno le maggiori soddisfazioni, Di Cesare parla delle aree extra-Ue del Nord America e dell’Asia, che sta tornando alle performance del recente passato.
Così, poi, la ceo dell’Enit Ivana Jelinic: «Il turismo legato allo shopping consente di amplificare tutta la portata valoriale del made in Italy. Armonizzare l’offerta turistica con i prodotti che sono rappresentazioni dell’immagine dell’Italia è un atto di consapevolezza dell’esclusività italiana e di tutte le espressioni creative, produttive, artistiche della nostra Penisola. Abbiamo il dovere di diffondere questa immagine nel panorama internazionale nel migliore dei modi e l’espansione del turismo legato allo shopping rappresenta una chiave strategica per lo sviluppo economico. Introdurre politiche che agevolino l’accesso a circuiti di spesa di livello internazionale così come il miglioramento dell’infrastruttura per facilitare gli spostamenti e collaborare con brand globali può aumentare l’attrattiva dei territori. L’implementazione di programmi di marketing mirati, incentivi fiscali e partnership con operatori del settore sono fondamentali per stimolare il flusso turistico legato allo shopping».
Ad accrescere la valenza di questo segmento attrattivo per la destinazione Italia vi è indubbiamente la forte crescita del luxury, come ha evidenziato Denise Bolandrina, marketing sales director Italy di Global Blue: «I dati sulla spesa tax free gennaio-novembre 2023 evidenziano in modo tangibile l’appeal dell’Italia come meta per il turismo dello shopping di lusso. In questo segmento il recovery della spesa tax free ha raggiunto il 124% rispetto al 2019, trainato dall’incremento significativo dello scontrino medio al +21%. Ha guidato la ripresa il nuovo mix di nazionalità, grazie soprattutto ai turisti provenienti dagli Stati Uniti ma anche dai Paesi del Golfo, che contribuiscono per il 26% e l’11%».
Dall’altro partner dell’evento, Mastercard, la conferma che sulle quattro mete italiane prese in esame per un focus mirato sullo shopping: Milano vanta il volume di spesa internazionale più alto (40% sul totale nazionale), mentre Roma è la città con la più significativa crescita nel volume di acquisti (+35%) rispetto al 2022, e le altre due mete sotto osservazione, Firenze e Venezia, pur in maniera minore, registrano comunque buone performance.