by Redazione | 19 Febbraio 2018 12:23
A un passo dalle elezioni politiche, fissate per il 4 marzo, nasce una nuova realtà con l’obiettivo di fare lobby: si tratta di Host+Host, la prima associazione nazionale degli home sharer. Oltre trecento host, in rappresentanza degli oltre 200mila italiani che condividono i propri immobili in modo occasionale, hanno firmato il loro Manifesto[1] durante gli Stati Generali degli host italiani all’auditorium del Luiss Enlab di Roma, alla presenza di esponenti dei partiti e di altre associazioni di categoria.
L’associazione, che fa leva sui numeri di Airbnb (200mila host registrati nel 2017, pari al +22%), chiede un portale unico per tutti gli adempimenti amministrativi e un SuperMinistero per il Made in Italy, con un ruolo forte per il turismo, e “si propone come un interlocutore stabile delle istituzioni e dei decisori politici nazionali in tema di home sharing, per dare voce e rappresentare le posizioni dei tanti cittadini che affittano la loro casa occasionalmente e per periodi brevi”.
«La politica è stata sinora miope rispetto al fenomeno. In Italia purtroppo il legislatore ascolta solo chi grida più forte. È così anche con la ricettività tradizionale e le sue fake news su tutto quello che è extra-alberghiero. Questa situazione deve finire – afferma Michele Bazzi, portavoce di Host+Host – Le potenzialità sono enormi: ad oggi, il 54% dell’offerta di alloggi è già nell’extra-alberghiero. In Italia ci sono 7 milioni di seconde case, generalmente sfitte, acquistate con sacrificio. Una casa condivisa è un immobile recuperato dal punto di vista edilizio, sul quale è intervenuta una ristrutturazione. È un intervento risparmiato all’ambiente e al territorio. Inoltre, della spesa turistica, solamente il 30-35% è destinato all’alloggio. L’80% delle nostre locazioni avvengono con stranieri. C’è bisogno, però, di un patto per un turismo sostenibile”.
Altre due richieste per i primi 100 giorni della nuova legislatura riguardano la normativa sugli affitti e le leggi regionali in materia di turismo: «La legislazione sulla tutela della proprietà locativa è medioevale. Il mondo è cambiato, l’immobile non ha più la funzione di bene rifugio o di casa vacanza. Perchè devo lasciare vuota la casa? Ne devo poter fare un uso flessibile. Anche la Babele di 20 leggi regionali sull’ospitalità va ripensata», conclude Bazzi.
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