Recupero record per il turismo nel mondo dopo il traumatico stop della pandemia: entro fine anno, infatti, si sarà recuperato quasi il 90% del volume di traffico viaggiatori del 2019. Sono i dati preliminari, del periodo gennaio-settembre 2023, dell’Organizzazione mondiale del turismo che fa capo alle Nazioni Unite (Unwto), che attraverso il suo Tourism Recovery Tracker calcola circa 975 milioni di turisti, con un incremento del +38% rispetto agli stessi mesi del 2022. La piena ripresa, invece, è fissata per il 2024.
Solo nel terzo trimestre dell’anno, le principali destinazioni turistiche del mondo hanno accolto il 22% in più di turisti internazionali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, riflettendo una forte stagione estiva nell’emisfero settentrionale. Per precisione statistica gli arrivi turistici internazionali hanno raggiunto il 91% dei livelli pre pandemia nel terzo trimestre, raggiungendo il 92% a luglio, il mese migliore finora dall’inizio della pandemia.
Anche le entrate del turismo internazionale potrebbero raggiungere 1,4 miliardi di dollari nel 2023, vale a dire circa il 93% degli 1,5 miliardi di dollari che erano stati guadagnati dalle destinazioni nel 2019.
Legittima soddisfazione traspare dai commenti del segretario generale dell’Unwto, Zurab Pololikashvili: «Gli ultimi dati mostrano che il turismo internazionale si è quasi completamente ripreso dalla crisi senza precedenti del Covid-19, con molte destinazioni che hanno raggiunto o addirittura superato gli arrivi e le entrate pre pandemia. Ciò è fondamentale per le destinazioni, le imprese, e la comunità in cui il settore rappresenta un’importante ancora di salvezza».
Nella mappatura per macroregioni a guidare la ripresa sono il Medio Oriente, con arrivi del 20% superiori ai livelli pre pandemia e ad oggi – al netto della guerra in atto in Israele che influenzerà gli ultimi mesi dell’anno – è l’unica regione del mondo a superare i livelli del pre Covid. Le misure di facilitazione dei visti, lo sviluppo di nuove destinazioni, come ad esempio quelle in Arabia Saudita, gli investimenti in nuovi progetti legati al turismo e l’organizzazione di grandi eventi hanno contribuito a sostenere questa notevole performance. C
C’è poi l’Europa, la più grande destinazione del mondo, che ha accolto 550 milioni di turisti internazionali nel periodo in esame, pari al 56% del totale globale: il 94% dei livelli pre pandemia. Il rimbalzo è stato sostenuto dalla robusta domanda intraregionale e dalla forte domanda proveniente dagli Stati Uniti.
E infine l’Africa che ha recuperato il 92% dei visitatori pre pandemia, fenomeno ben fotografato nel corso dell’ultimo Wttc Global Summit in Rwanda. Mentre, per completare il quadro mondiale delle macro regioni, gli arrivi nelle Americhe hanno raggiunto l’88% dei numeri del 2019 in questo periodo, poiché la regione ha beneficiato della forte domanda statunitense, in particolare verso le destinazioni dei Caraibi.
E la macro regione Asia-Pacifico ha dovuto accontentarsi del 62% dei livelli pre pandemia a causa della più lenta riapertura ai viaggi internazionali. Tuttavia, i risultati tra le sottoregioni di questa area sono contrastanti, perché se l’Asia meridionale ha recuperato il 95% dei livelli pre pandemia, l’Asia nordorientale è rimasta solo al 50%.
A favorire il repentino ritorno ai livelli pre Covid, proprio in questo periodo, è stata la forte domanda di viaggi in uscita da diversi grandi mercati di origine, molti dei quali hanno superato i livelli del 2019: in particolare Germania e Stati Uniti, hanno speso rispettivamente il 13% e l’11% in più per i viaggi in uscita rispetto agli stessi nove mesi del 2019, mentre l’Italia ha speso il 16% in più fino ad agosto, per subire poi un brusco rallentamento in settembre.
La ripresa sostenuta si riflette anche nell’andamento degli indicatori di settore. Basandosi sui dati della Iata (l’Associazione internazionale del trasporto aereo) e della Str, il Tourism Recovery Tracker dell’Unwto descrive in dettaglio una forte ripresa del numero di passeggeri aerei e dei livelli di occupazione delle strutture ricettive. A conti fatti, quindi, il turismo internazionale è sulla buona strada per recuperare completamente i livelli pre pandemia entro il 2024, nonostante le sfide economiche come la produzione globale più debole, il caro-petrolio, nonché importanti tensioni e conflitti geopolitici.